“L’avvocato Bongiorno ha mostrato a Salvini il video di Ciro Grillo?”: bufera per le parole della sottosegretaria M5S Macina
Un'intervista della pentastellata Anna Macina, delegata alla Giustizia, scatena le polemiche. La senatrice Bongiorno annuncia un'azione legale. Lega, Forza Italia, Azione e Italia Viva chiedono le sue dimissioni. La ministra Cartabia la convoca
Caso Grillo, bufera per le parole della sottosegretaria M5S Macina contro Bongiorno
Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia in quota M5S, è finita al centro della bufera politica per aver fatto un’insinuazione sul doppio ruolo di Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e avvocato difensore della ragazza che ha denunciato per stupro il figlio di Beppe Grillo, Ciro.
In una intervista al Corriere della Sera di oggi, giovedì 22 aprile, Macina ha avanzato l’ipotesi che Bongiorno abbia mostrato al leader del suo partito, Matteo Salvini, il video che immortala la presunta violenza sessuale e ha accusato la senatrice – ex ministra della Pubblica Amministrazione – di utilizzare la vicenda giudiziaria per scopi politici.
Bongiorno ha risposto annunciando un’azione legale contro la sottosegretaria e invitandola a dimettersi. Anche Lega, Forza Italia, Azione e Italia Viva hanno condannato le parole di Macina e chiesto un suo passo indietro. Nel pomeriggio di oggi la sottosegretaria è stata convocata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che l’ha invitata a mantenere il massimo riserbo sulle vicende giudiziarie aperte”.
Cosa ha detto Macina
Intervistata dal Corriere della Sera, Macina ha dichiarato, riferendosi alla vicenda del figlio di Beppe Grillo: Salvini “in tv ha riferito di averne parlato con Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e avvocato della ragazza. E ha detto di aver saputo altri dettagli. Non è che questo video che non doveva vedere nessuno, lui l’ha visto? Sarebbe grave”.
La sottosegretaria ha aggiunto che a suo avviso sarebbe grave “che si utilizzi per fini politici una vicenda in cui non si capisce se Bongiorno parla da difensore (che ha quel video), o da senatrice che passa informazioni al suo capo di partito di cui è anche difensore”. “Mi ha gelato sentirla dire che porterà il video di Grillo in Tribunale, lasciando intendere che il comportamento del papà ricadrà sul figlio. Cosa vuole fare, il processo alla famiglia? Rabbrividisco”, ha osservato.
Rispetto all’intervento di tre giorni fa di Beppe Grillo, Macina ha commentato: “Dal Movimento vengono ribaditi alcuni punti fermi: la tutela dell’indipendenza della magistratura e la difesa delle donne dagli abusi. Grillo? È l’urlo di dolore di un papà. Vi vedo molto il lato umano. Quasi nulla di politico”. Era opportuno? “No, doveva essere evitato. Dispiace per quello che è successo ma riconduciamolo alla sfera privata e lasciamo fuori la politica”.
La replica di Bongiorno a Macina e le richieste di dimissioni
Giulia Bongiorno parla di “accuse farneticanti” e chiede “immediate dimissioni”. Le accuse di Macina, avverte la senatrice della Lega, “finiranno in tribunale”: “Agirò nei suoi confronti in quanto si lancia in accuse gravissime e del tutto fantasiose contro di me”.
Nel frattempo anche Roberto Turri della Lega, Pierantonio Zanettin di Forza Italia, Lucia Annibali di Italia Viva ed Enrico Costa di Azione chiedono le dimissioni di Macina.
Nel primo pomeriggio la stessa sottosegretaria interviene nuovamente: “Le mie parole erano, e sono, un invito a sgombrare il campo da equivoci e ambiguità su una vicenda rispetto alla quale non mi sono mai permessa di entrare nel merito ma che non deve essere politicizzata. Sono stupita dal polverone che ne è nato, da parte mia nessuna accusa ma un semplice interrogativo, sorto dopo alcune dichiarazioni a mezzo stampa del senatore Matteo Salvini. Solo la richiesta di chiarezza e trasparenza”.
La convocazione della ministra Cartabia
Nel tardo pomeriggio Anna Macina viene convocata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, per un chiarimento durante il quale Cartabia ricorda alla sottosegretaria M5S che un esponente del governo non può entrare nel merito di un’indagine giudiziaria. “Una posizione istituzionale richiede il massimo riserbo sulle vicende giudiziarie aperte”, è la posizione della ministra.
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