Politica
Ma il Carroccio ha un senso solo con Salvini (di Riccardo Barenghi)
Ho fatto un sogno. Ho sognato la Lega. Ma non era un incubo. Era un partito normale, quasi normale, ovviamente di destra ma non di estrema destra. Un partito che si preoccupava di governare l’Italia senza strappi eccessivi, che aveva un leader con una faccia rassicurante, un linguaggio responsabile, che polemizzava con gli avversari ma senza esagerare, che si circondava di una classe dirigente radicata nel territorio, preoccupata per la salute pubblica e per l’economia, che si considerava italiana ma anche europea, che pensava di poter vincere le elezioni scommettendo sulla ragione e non sulla demagogia, cioè sul populismo, che forse non era più tanto sovranista ma anzi si era convinta che il mondo non finiva con le Alpi e nemmeno sulle coste del Mediterraneo. E che, addirittura, gli immigrati non erano più quei diavoli da ributtare a mare ma persone che potevano anche essere utili al famoso Nord produttivo. Poi però mi sono svegliato e il sogno è svanito. Sono scomparsi i vari Giorgetti, Fedriga e Zaia, mentre su tutti gli schermi è ricomparsa la faccia di Salvini. E ho capito che i sogni sono solo desideri (Cenerentola), mentre la dura realtà ci dice che la Lega o è Salvini o non è. Perché lui sa toccare i sentimenti più primitivi di coloro che se ne fregano dell’Europa, che non amano i vaccini, che non sopportano il green pass, che odiano pagare le tasse, che “prima gli italiani” e dopo – anzi mai – gli immigrati. E che alla fine votano con la pancia e non col cervello. Per Salvini.
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