Il Cardinale Zuppi invoca la Ri-Costituzione lanciata da Zingaretti: “Può salvarci solo lei”
“Cara Costituzione, sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l’Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi che cosa ci serve litigare quando si deve costruire?”. In vista delle elezioni politiche del 25 settembre il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha aggiornato la sua lettera alla Costituzione e l’ha pubblicata in un libro “con l’ultima lezione di Valerio Onida” in uscita nelle prossime ore.
Un appello simile, molto simile, a quello fatto dall’ex segretario del PD, presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti su TPI lo scorso mese di luglio. “Nel 2023 saranno 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana – ha scritto Zingaretti -. Sarebbe veramente un errore vivere questa ricorrenza con vuota ritualità, trasformiamola in un’occasione di rilancio della nostra proposta politica a partire dai valori e gli obiettivi, spesso mancati della Carta costituzionale”. E ancora: “La Costituzione è fatta di valori, regole. Ma è anche «un programma da attuare», diceva sempre Calamandrei. E se guardiamo ai diritti, alla condizione umana delle persone, dopo quasi 75 anni, non possiamo non ammettere che la Costituzione è in parte non attuata, una «Costituzione mancata»”.
Insomma, più di qualche punto di contatto con quanto scritto dal cardinale Matteo Zuppi che nella sua lettera ha lodato spasmodicamente la nostra Costituzione invitando a seguire l’esempio dei padri costituenti: “Quando penso a come ti hanno voluta, mi commuovo, perché i padri costituenti sono stati proprio bravi! Erano diversissimi, avversari, con idee molto distanti eppure si misero d’accordo su quello che conta e su cui tutti – tutti – volevano costruire il nostro Paese. Vorrei che anche noi facessimo così, a cominciare da quelli che sono dove tu sei nata. C’era tanta sofferenza: c’era stata la guerra, la lotta contro il nazismo e il fascismo e si era combattuta una vera e propria guerra fratricida. Certo. Non c’è paragone tra come era ridotta l’Italia allora e come è oggi! Tutto era distrutto, molte erano le divisioni e le ferite. Eppure c’era tanta speranza. Adesso ce n’è di meno, qualche volta penso – e non sai quanto mi dispiace! – davvero poca. Non si può vivere senza speranza!”.
Infine lavoro: “Abbiamo bisogno di lavoro, di chi lo crea, non specula e di garantire equità e opportunità a tutti. Non c’è dignità della vita senza lavoro. Spero che tu ci possa aiutare a non aspettare sempre qualche bonus e a smettere di speculare”. E pace: “Ripudiare la guerra vuol dire costruire la pace praticando il dialogo per arrivare ad abolire la guerra!”.