Caos M5s, Di Maio: “Alcune leadership hanno fallito, aprire una riflessione politica interna”, Conte replica: “Era anche lui in cabina di regia”. Torna l’ombra della scissione?
Forti tensioni interne nel Movimento Cinque Stelle all’indomani del voto che ha portato alla rielezione come presidente della Repubblica di Sergio Mattarella. “Credo che nel Movimento 5 stelle serva aprire una riflessione politica interna”, ha detto ieri sera a caldo Luigi Di Maio. Parole, quelle del ministro degli Esteri, che suonano come un chiaro monito a Giuseppe Conte. “Alcune leadership hanno fallito”, ha aggiunto l’ex capo politico dei grillini. “Per fortuna questo stallo l’hanno risolto il Parlamento grazie anche al contributo del presidente del consiglio Mario Draghi”, ha chiosato.
L’aria dunque è pesante in casa 5 stelle. “Ci sarà un necessario chiarimento”, non si tira indietro Conte, il quale oggi replica duramente: “Di Maio parla di fallimento di alcune leadership. Se ha delle posizioni le chiarirà perché anche lui era in cabina di regia. Non è un organo politico ma come ministro ne ha preso parte e chiarirà i suoi comportamenti. Siamo una comunità grande che può affrontare le discussioni”. E apre a Di Battista: “Mi farebbe piacere riprendere il dialogo”. L’ex premier vede messa in discussione la propria leadership, o si va addirittura verso una scissione nel Movimento? “Non ho mai fatto trattative sottobanco”, ha sottolineato Conte in conferenza stampa, rispondendo alle accuse di presunti accordi nella partita per il Quirinale con Matteo Salvini, riproponendo così l’alleanza giallo-verde e tradendo gli alleati “progressisti”, magari con l’intento di tornare presto al voto.
Il nome di Mattarella “è stato fatto crescere nella nostra comunità giorno per giorno”, ha sottolineato l’ex inquilino di Palazzo Chigi, provando così a intestarsi la rielezione del Capo dello Stato. Di certo le due correnti all’interno del M5s, quella che afferisce a Conte e quella vicina a Di Maio, non sono mai state così lontane come in questi giorni.
Un punto di rottura si è avuto senz’altro sul nome di Elisabetta Belloni, il capo del Dis tirato in ballo come possibile figura su cui trovare l’accordo per il Quirinale. Come dimenticare le parole di un paio di giorni fa dello stesso Conte e di Salvini, che si dicevano pronti a eleggere la prima presidente della Repubblica donna della storia italiana, il tutto sancito da un tweet del fondatore Beppe Grillo. Anche in quel caso Di Maio si era fatto sentire in maniera chiara: “Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso. Prima di bruciare nomi bisognava trovare l’accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto“.
Le ipotesi per il futuro del Movimento, in presa a questa crisi interna, sono molteplici. C’è chi chiede di “commissariare” l’operato del presidente, chi ipotizza un Di Maio leader del partito con Conte super ministro, come riporta Repubblica. L’ex premier però sembra intenzionato ad andare fino in fondo, anche a costo di una rottura definitiva.