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Home » Politica

Tutte le bufale circolate sulle elezioni politiche del 4 marzo

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Dal pericolo di brogli nel voto all'estero ai sondaggi contraffatti, ecco alcune delle bufale circolate sulle prossime elezioni del 4 marzo 2018

La campagna elettorale sta ormai per concludersi, e il 4 marzo si avvicina inesorabile. É stata una campagna accesa e a tratti violenta.

E come ogni campagna elettorale che si rispetti sono circolate numerose bufale. Tralasciando le dichiarazioni false dei candidati e le false promesse, abbiamo elencato le bufale più diffuse sul voto.

Eccole:

Il sondaggio che dà il Movimento 5 stelle al 48 per cento

Si tratta di un’antica bufala, che ritorna ciclicamente da qualche mese. Questa ad esempio era già stata smontata da molti mesi fa, anche da Enrico Mentana.

Circola infatti un falso sondaggio marchiato BBC che vedrebbe il Movimento 5 stelle in cima alle preferenze elettorali, con il 48, 4 per cento.

Basta fare una semplice ricerca in rete per verificare che non esiste alcun sondaggio, né in Italia che all’estero che confermi tale dato. Ma, nonostante questo, continua ad essere condivisa.

I partiti di destra non presenti sulla scheda per il voto all’estero

Tanta indignazione ha generato la notizia secondo la quale i voti all’estero sarebbero truccati perché assenti i partiti di centrodestra e destra.

“E ora facciamo scoppiare un casino…”, è l’incipit di un post molto condiviso:

Per quanto riguarda il centrodestra, nelle schede per il voto estero è presente, in alto a sinistra, il simbolo della coalizione formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega: i tre partiti, infatti, corrono insieme sotto a un unico logo.

Per quanto riguarda altri partiti di destra come CasaPound e Forza Nuova, non sono presenti sulla scheda poiché non sono state raccolte le firme necessarie a presentare candidati anche nelle circoscrizioni estere, come ha spiegato anche lo stesso CasaPound su Facebook.

Non sono solo i simboli di dei partiti di destra a mancare, ma tutti i piccoli partiti, come ad esempio Potere al Popolo, cioè tutti i partiti troppo piccoli per poter raccogliere le firme.

Le schede per il voto all’estero non vidimate

Numerose segnalazioni, sui social e anche su qualche giornale, lanciano l’allarme sulle schede all’estero non vidimate. Carta straccia quindi.

Ma non è esattamente così. Non c’è niente di allarmante, né un pericolo di brogli in vista, dal momento che è la legge sul voto degli italiani all’estero (la 459 del 2001) a prevedere che le schede siano inviate non firmate e che vengano vidimate con il bollo solo al seggio, durante lo scrutinio.

A questo link è possibile leggere la norma completa, che conferma che non vi è nulla di strano nel fatto che le schede non siano timbrate.

I volantini del Partito Democratico arrivati all’estero insieme alle schede elettorali

Vito Crimi, candidato al senato con il Movimento 5 Stelle grida al complotto.

“In questi giorni state ricevendo i plichi per poter eleggere i 18 parlamentari della circoscrizione estero. Ci segnalano che insieme ai plichi elettorali, con una strana coincidenza temporale, stanno arrivando le lettere del partito democratico. Purtroppo è consentito dalla legge, i partiti possono accedere alle liste degli elettori iscritti all’AIRE, ma il tempismo perfetto è alquanto sospetto, e dimostra l’organicità dei partiti nelle istituzioni e organizzazioni di vario tipo che ci sono all’estero. Questa spedizione ha un costo spropositato e per farlo i partiti usano i vostri soldi, quei soldi accumulati con i rimborsi elettorali a cui il M5S ha rinunciato. Mentre noi RESTITUIAMO 23 milioni di euro, i partiti continuano a sperperare i vostri soldi per spedire le lettere di propaganda in tutto il mondo”, scrive su Facebook.

Questo è uno dei post Facebook che circolano sul tema:

Ecco il video con cui Crimi segnala i sospetti della concomitanza tra l’arrivo via posta dei materiali pubblicitari del Pd e delle schede elettorali.

Non c’è nulla di illegale in questa condotta. Ogni partito ha accesso alle liste degli elettori iscritti all’AIRE. Semplicemente, ogni partito sceglie se inviare il materiale.

Nel caso del M5s è stato scelto di non farlo dal momento che “questa spedizione ha un costo spropositato”, mentre gli altri partiti per farlo “usano i vostri soldi, quei soldi accumulati con i rimborsi elettorali a cui il M5S ha rinunciato”. Le spedizioni erano contemporanee in alcuni casi, ma distinte.

Più che una bufala si potrebbe definire semplicemente propaganda infondata, e anche un po’ forzata.

Altre bufale minori

1) È stata molto condivisa una foto in cui si mostrava questo manifesto del Pd comparso alla stazione di Matera.

Lo stesso autore ha ammesso che si trattava di un fake, e che il manifesto in questione era alla stazione di Milano e non in quella di Matera, che neanche esiste.

Qui il cartello originale:

2) In occasione della visita di Matteo Salvini nelle regioni del Mezzogiorno, è circolata ampiamente una dichiarazione che lui avrebbe pronunciato nel 2013. Nonostante la lega abbia espresso in passato svariate volte frasi offensive nei confronti del Meridione, quella frase non è del leader della Lega Nord.

La dichiarazione è di Luca Salvetti, dei Giovani padani Valle Camonica, come riporta il sito Butac (Bufale un tanto al chilo): “Ho letto sul Sole 24 Ore che, ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i co***oni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del Mezzogiorno!”.

E ancora Michael Quercia, dei Giovani padani della Romagna: “Al Sud non fanno un emerito ca**o dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l’hanno proprio dentro il culto di non fare un ca**o dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po’ il culo”.

 

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