Regno Unito, Theresa May annuncia le dimissioni
Brexit Theresa May dimissioni
Aggiornamento 24 maggio – La premier britannica Theresa May ha annunciato le dimissioni. Il passo d’addio sarà formalizzato il 7 giugno, dopo la visita a Londra del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
May ha espresso “rammarico” per non essere riuscita ad attuare la Brexit e affidandone la realizzazione al suo successore alla guida dei Tory, che dovrà essere eletto nelle successive settimane per poi subentrarle come primo ministro a Downing Street.
Il prossimo primo ministro sarà scelto entro la fine di luglio, secondo quanto annunciato dal presidente del partito Conservatore.
Cosa succede dopo le dimissioni della premier May
Le reazioni internazionali – Iniziano ad arrivare i commenti dei leader europei sulle dimissioni di Theresa May. Il presidente francese Emmanuel Macron ha reso omaggio al “lavoro coraggioso” della premier britannica e ha lanciato un appello ad un “rapido chiarimento” sulla Brexit.
Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato la vicenda, affermando di “rispettare” la decisione di Theresa May di lasciare il proprio incarico.”In generale la collaborazione tra i nostri governi prosegue”, ha spiegato il suo portavoce, spiegando che la Brexit “dipende dalle evoluzioni della politica interna britannica”.
La reazione dell’Ue – Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha seguito “non con gioia personale” le vicende che hanno portato alle dimissioni della premier inglese poiché a Juncker la May “piaceva, trovandola una donna di molto coraggio, meritevole di grande rispetto”.
Nonostante gli ultimi avvenimenti, Bruxelles resta disponibile al dialogo col prossimo premier: “la posizione non cambia” e l’Accordo di recesso non può essere rinegoziato.
Brexit Theresa May dimissioni
Urne aperte ma dimissioni alle porte. È questo il paradosso del Regno Unito oggi 23 maggio, nel giorno del voto per le elezioni europee 2019.
Crisi di governo – Mentre il Brexit party di Nigel Farage viene dato al 34 per cento dagli ultimi sondaggi, arriva l’annuncio del Times secondo cui la premier Theresa May, domani annuncerà le dimissioni dopo avere respinto poche ore fa il tentativo di costringerla ad abbandonare il suo incarico da parte dei settori del governo e del Partito conservatore contrari al nuovo piano per la Brexit.
Stabilità fino alla visita di Trump – Dopo la notizia delle possibili dimissioni sul quotidiano Times, arriva però un annuncio: Theresa May “sarà ancora primo ministro per ricevere il presidente degli Usa Donald Trump – atteso in visita di Stato nel Regno Unito dal 3 al 5 giugno – ed è giusto che sia così”. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri, Jeremy Hunt, a margine di una conferenza sulla cyber-sicurezza a Londra. Probabilmente saranno attesi i primi giorni di giugno per la decisione di dimissioni.
Tutti contro May – La May si trova ad affrontare una nuova rivolta interna al Partito conservatore, con ampi settori dell’ala euroscettica che chiedono apertamente le sue dimissioni. “Non si può andare avanti così. Non è nell’interesse nazionale”, ha detto alla Bbc Steve Baker, esponente di punta dell’European Research Group, il gruppo che raccoglie circa un’ottantina di deputati conservatori euroscettici, i cosiddetti Brexiteers.
L’annuncio – May dovrebbe annunciare la sua uscita di scena domani, dopo l’incontro con Sir Graham Brady, presidente della Commissione 1922 dei Tory, che riunisce i parlamentari conservatori alla Camera dei Comuni.
> Brexit: premier May apre a secondo referendum
I motivi delle dimissioni – A dare il colpo finale alla May è stata la ribellione interna dei ministri del suo gabinetto che si sono aggiunti alla rivolta Tory già presente. La tensione è alta per il piano per l’uscita del Regno Unito dalla Ue, emendato presentato per venire incontro alle richieste dell’opposizione, come il voto sull’opportunità o meno di tenere un secondo referendum. Questa bozza è stata un flop: non è riuscita ad arrivare neanche in Parlamento.
La ministra Leadsom sostituita – La responsabile dei rapporti col Parlamento, in polemica con la premier dopo la presentazione del nuovo piano per la Brexit ha deciso di dare le dimissioni, annunciate in un tweet con “grande rammarico e il cuore pesante”.
In una lettera alla premier, Andrea Leadsom ha spiegato di “non credere più che il nostro approccio realizzerà il risultato del referendum” del 2016. Downing Street ha riferito di una premier “contrariata” dalle dimissioni, ma che “rimane concentrata nel realizzare la Brexit per la quale la gente ha votato”.
Alle 14 di giovedì 23 maggio, Leadsom è stata sostituta dal moderato Mel Stride, figura di minor visibilità e finora viceministro del Tesoro.
Rimpasto di governo – Anche Mel Stride è stato rimpiazzato nell’incarico precedente da Jesse Norman, sino a oggi sottosegretario ai Trasporti, cui subentra Michael Ellis in arrivo dal dicastero della Cultura.
Il rimpasto prevede infine un solo ingresso dall’esterno del governo: con la nomina a nuova sottosegretaria alla Cultura delle deputata Rebecca Pow, una delle figure rimaste pubblicamente leali alla premier anche in queste ultime settimane.
Dopo la May – Il nome del ministro degli Esteri Hunt è ora fra i più gettonati, assieme a quello della neo dimissionaria Andrea Leadsom, per la successione alla May come leader Tory e come premier laddove la prossima sfida interna al partito dovesse chiudersi nelle prime votazioni in seno al solo gruppo parlamentare.
Mentre se si arrivasse a un ballottaggio di fronte alla base degli iscritti, che il regolamento del Partito Conservatore prevede solo come estrema istanza, il favorito diverrebbe il più popolare Boris Johnson, suo predecessore alla guida del Foreign Office.
UK al voto – Intanto gli inglesi oggi, come gli olandesi, sono chiamati alle urne per eleggere i prossimi membri dell’Europarlamento. I seggi hanno aperto alle 7 locali (le 8 in Italia), mezz’ora dopo l’Olanda.
In totale oltre 400 milioni di elettori voteranno da oggi a domenica nei 28 Paesi dell’Ue per eleggere 751 eurodeputati. Nonostante la Brexit, il Regno Unito eleggerà 73 rappresentanti. L’affluenza è tradizionalmente molto più bassa rispetto alle politiche, ma la polarizzazione della Brexitfa prevedere un incremento netto rispetto al picco del 38 per cento del 2004. I risultati arriveranno domenica.
I sondaggi – Intanto, i sondaggi danno per favorito il Brexit Party di Nigel Farage, con un tracollo dei Tory della premier Theresa May, in piena crisi. In teoria i britannici avrebbero dovuto uscire dall’Ue il 29 marzo scorso, poi il 12 aprile. Ora la prossima scadenza è per il 31 ottobre.
Farage corre veloce verso Downing Street. Sei mesi fa nessuno ci avrebbe mai creduto.