Bottura: “Per Anzaldi tutto è censura”. Il deputato di Iv: “Mi attacca per difendere il suo posto in Rai”
Bottura: “Per Anzaldi tutto è censura”. Il deputato di Iv: “Mi attacca per difendere il suo posto in Rai”
“Michele Anzaldi, ex renziano Pd, oggi renziano vivaista, è il Sandro Bondi del centrodestra. Cioè Sandro Bondi. Non c’è trasmissione che non sia degna di un suo commento, di una sua censura, di una sua richiesta d’intervento via tweet”. Sono le parole di Luca Bottura, che sulla sua rubrica #Bravimabasta se la prende con Anzaldi, deputato di Italia Viva e membro della Commissione di Vigilanza Rai.
“Suggerisco di mettere il tasto A sul telecomando, così Anzaldi può far lampeggiare una luce rosa in studio ogni qualvolta qualcosa non gli va a genio, senza dare pubblicamente la triste impressione che la politica, tutta, sia pluralista solo con la Rai degli altri”, scrive ancora Bottura.
Contattato telefonicamente da TPI, Anzaldi replica alle parole del giornalista di Repubblica, sostenendo che “Bottura è in evidente conflitto di interessi, usa le sue rubriche su ‘Repubblica’ e ‘L’Espresso’ per difendere il suo posto di lavoro in Rai e regolare i suoi conti personali attaccando il sottoscritto. Trovo davvero imbarazzante che a ‘Repubblica’ nessuno abbia nulla da dire”.
Ma di che conflitto di interessi si parla? “Bottura è autore Rai, ha lavorato a Cartabianca su Rai3, ha lavorato con Fazio, ha lavorato in altre trasmissioni Rai. Io nella mia funzione di commissario della Vigilanza Rai mi sono trovato più volte a sottolineare le palesi violazioni della par condicio, del pluralismo e della deontologia alla trasmissione della Berlinguer, così come in Vigilanza ho portato avanti una battaglia contro i privilegi e gli sprechi del mega contratto di Fazio. Tutte battaglie documentate con atti ufficiali in commissione, con esposti, con risoluzioni approvate in commissione, per questo mi sono trovato più volte oggetto di attacchi da Bottura, ormai ho perso il conto”, dice ancora Anzaldi.
E di qui la domanda: “Mi chiedo solo se sia giusto che uno spazio su un quotidiano venga usato per regolare questioni personali. D’altronde Bottura non parla mai del merito delle questioni che pongo, ma insulta e basta. Invece di insultare potrebbe dire se condivide o meno che il Tg2 abbia dedicato alla scorta alla senatrice Liliana Segre solo pochi secondi. O magari gli va bene così. Credo che i cittadini che pagano il canone siano più interessati ad avere un servizio pubblico equilibrato e pluralista, piuttosto che leggere le polemiche contro di me su un grande quotidiano”, conclude il deputato.