Bonus partita Iva, chi sono i 5 deputati che lo hanno chiesto e ottenuto
Bonus partita Iva, chi sono i 5 deputati
Chi sono i cinque deputati che hanno chiesto e ottenuto il bonus partita iva da 600 euro, poi elevato a 1000, messo a disposizione del governo per sostenere il reddito di autonomi e partite iva durante l’emergenza Coronavirus? Secondo La Repubblica, dalle prime indagini sarebbe emerso che i cinque di Montecitorio sarebbero tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva. Inoltre, nella vicenda sarebbero coinvolte addirittura duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
Il fatto, scoperto dalla Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps (una struttura creata dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di scovare e scoraggiare truffe ai danni del sistema previdenziale) e rivelato da La Repubblica, sta facendo molto scalpore nonostante non ci siano reati. I cinque deputati avevano, infatti, tutti i requisiti per chiedere e ottenere il bonus e non hanno commesso alcun reato, ma l’azione è tuttavia discutibile da un punto di vista etico dal momento che un parlamentare guadagna uno stipendio netto di oltre 12mila euro e può godere di una serie di agevolazioni e benefit, mentre il bonus era destinato alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza economica causata dall’epidemia di Coronavirus.
L’intervento di Di Maio
Sulla vicenda durante la giornata di oggi, 9 agosto 2020, è intervenuto il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Oggi la Repubblica parla di 5 Parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite iva in difficoltà – le sue parole su Facebook -. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente”.
“Questa pandemia ha fatto danni economici senza precedenti. Ci sono state persone che hanno perso il lavoro, aziende che hanno visto il proprio fatturato scendere in maniera drastica, attività che hanno chiuso senza più riaprire. E questi 5 personaggi invece di rispondere al popolo che li ha eletti hanno ben pensato di approfittarne – ha proseguito l’ex leader del Movimento 5 Stelle, Di Maio – i nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore. Non importa di quale forza politica siano espressione. Mi auguro che anche le altre forze politiche la vedano come noi”.