Furbetti del bonus Inps, la nota di Repubblica: “La nostra fonte non è Tridico”
Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, ha dichiarato davanti alla Commissione Lavoro della Camera che la notizia sui cosiddetti “furbetti del bonus” non è stata passata alla stampa né da lui né dall’istituto. Mentre l’audizione di Tridico era ancora in corso è arrivata una brevissima nota del quotidiano La Repubblica – il primo ad aver svelato lo scandalo – che conferma come la notizia sia arrivata al giornale da una fonte che non era Tridico.
“Venerdì 7 agosto Repubblica ha chiesto al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, una conferma della notizia sul bonus Iva percepito da cinque parlamentari. La notizia era arrivata al giornale tramite un’altra fonte la cui identità non sarà rivelata in linea con quanto scritto nel codice deontologico dei giornalisti”, si legge nella nota, firmata dalla direzione di Repubblica.
Durante il suo intervento in Commissione, Tridico ha spiegato di essere stato contattato telefonicamente il 7 agosto dal direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, che lo avrebbe informato del fatto che “il suo giornale aveva la notizia che 5 deputati avevano chiesto il bonus 600 euro”. Molinari, ha raccontato Tridico, “mi ha chiesto i nomi, ma i nomi non li sa nessuno perché la notizia non è venuta certo dall’istituto, che garantisce la privacy”.
Lo scorso 9 agosto Repubblica è stato il primo giornale ad aver rivelato che cinque deputati hanno chiesto (e tre hanno ottenuto) il contributo a fondo perduto da 600 euro varato dal governo per i liberi professionisti in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. Le tempistiche della notizia hanno sollevato in alcuni il sospetto che lo scandalo sia stato pilotato dallo stesso Tridico – uomo vicino al Movimento Cinque Stelle – per fornire un assist di peso in favore del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, in calendario il prossimo 20-21 settembre.
Nell’audizione davanti alla Commissione Lavoro ha respinto con forza questa tesi: “Non sono stato io a far trapelare la notizia ed è in corso un’indagine interna sul caso”, si è difeso il presidente dell’Inps. “Questa notizia non è uscita in modo più assoluto né direttamente né indirettamente dal sottoscritto. Le accuse che mi sono state rivolte da diverse parti sono infondate e da rimandare al mittente”.
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