Bonaccini: “Draghi non può fare tutto da solo, ora ascolti le Regioni”
“Le riaperture graduali si stanno dimostrando una scelta giusta. Se non ci fossimo assunti questo rischio non guarderemmo con ottimismo ai mesi che abbiamo davanti, così come se avessimo aperto tutto e subito come chiedeva Salvini, avremmo nuovamente riportato il Paese nei guai”, a parlare in un’intervista al La Stampa è Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna.
“Le Regioni sono state attori importanti di questo rischio calcolato: i vaccini li stiamo somministrando noi e i protocolli per la ripartenza li abbiamo scritto noi per fare due esempi. E le Regioni potranno essere un soggetto decisivo anche per investire bene le risorse europee”, prosegue Bonaccini che fa appello a Draghi: “Adesso si tratta di capire se le autonomie locali saranno adeguatamente coinvolte come soggetti di programmazione e di attuazione. Non è un problema di bandierine: nemmeno il Governo migliore del mondo potrebbe spendere oltre 200 miliardi in modo centralissimo, perché le scuole e gli ospedali li costruiscono le Regioni e i Comuni, così come gli interventi di prevenzione del dissento idrogeologico o la rigenerazione urbana”.
E sulla patrimoniale proposta da Letta dice: “Se i ceti medio-bassi scivolano verso la povertà e quelli medi si riducono, o siano in grado di ridistribuire con più equità le risorse oppure i cittadini si affidano alla destra sovranità che promette muri e chiusure a protezione. Non diversamente, la scuola deve poter offrire a tutti pari opportunità. La sfida ambientale non può essere affrontata individualmente. Salute, istruzione, ambiente, sicurezza sono anche beni comuni senza i quali una società moderna collassa”.