Berlusconi scuote la maggioranza: “Riallacciati i rapporti con Putin”. A rischio gli Esteri a Tajani
Berlusconi scuote la maggioranza: “Riallacciati i rapporti con Putin”. A rischio gli Esteri a Tajani
A un giorno dall’inizio previsto delle consultazioni, Berlusconi scuote la maggioranza. Nel giro di un pomeriggio, il fondatore di Forza Italia è tornato a rivendicare il ministero della Giustizia, ha ricordato a Meloni che il compagno lavora a Mediaset e ha annunciato una clamorosa ripresa dei rapporti con Vladimir Putin. Nuovi ostacoli sul percorso verso il nuovo governo, che rimettono in discussione l’intesa confermata poche ore prima nell’incontro con Giorgia Meloni nella storica sede della destra italiana. “L’unica cosa che Berlusconi può ancora fare per non far nascere questo governo è mettere una bomba in via della Scrofa”, ha commentato su Twitter Carlo Calenda.
“Ho riallacciato i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto”, ha affermato ieri durante una riunione con i deputati azzurri in cui si è detto “molto, molto, molto preoccupato” per la situazione in Ucraina. “I ministri russi hanno già detto in diverse occasioni che siamo noi in guerra con loro, perché forniamo armi e finanziamenti all’Ucraina. Io non posso personalmente fornire il mio parere perché se viene raccontato alla stampa viene fuori un disastro”. Nel discorso, registrato in un audio pubblicato da La Presse che ha reso vani i tentativi di smentita di Forza Italia, il Cavaliere ha anche parlato di uno scambio di regali con il presidente russo. “Per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Gli ho risposto con bottiglie di lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici”, ha affermato Berlusconi, che avrebbe descritto Putin come “uomo di pace e sensato” (un apprezzamento assente nell’audio di Lapresse). Il senatore ha anche ricordato una richiesta di adesione della Russia all’UE “bocciata da Francia e Germania”, sostenendo di disporre di una lettera con la quale Putin si sarebbe detto disposto a entrare nella Nato. “Peccato, avremmo cambiato la storia del mondo”.
Parole che rischiano di mettere una pietra tombale sui lunghi sforzi fatti da Fratelli d’Italia per rinsaldare le credenziali euro-atlantiste della coalizione di centrodestra. La prima vittima, secondo La Repubblica, rischia di essere il ministro degli Esteri in pectore Antonio Tajani, coordinatore dei forzisti e promotore dell’intesa con Fratelli d’Italia. A lui il partito guidato da Meloni ha chiesto una presa di distanze, prima che la scelta di affidare la Farnesina a Forza Italia diventi insostenibile. Con una nota Forza Italia ha confermato la posizione del partito in linea con quella “dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche”. “Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità”, ha sottolineato il partito. Non è bastato però a spegnere le polemiche, arrivate anche al parlamento europeo, dove il gruppo dei Socialisti & democratici ha parlato di “deriva senza precedenti” e di “affronto all’Italia e all’UE”, chiedendo al Ppe, di cui Tajani è vicepresidente, come può “sostenere questa coalizione e questo governo?”.
Oltre agli Esteri, un altro ministero chiave messo in discussione dalle parole di Berlusconi è quello della Giustizia, chiamato direttamente in causa dal senatore. “La Meloni ha detto di sì alla Casellati”, ha detto ieri, smentendo l’accordo con la presidente di Fratelli d’Italia sul nome dell’ex magistrato Carlo Nordio alla Giustizia. “Meloni mi ha chiesto di incontrarlo, ma c’è la ex presidente del Senato Elisabetta Casellati, su questo c’è accordo, assolutamente”, ha detto l’ex presidente del Consiglio, riaprendo uno dei principali fronti nelle trattative con Meloni. Uno scontro acuito dalle parole sul compagno della premier in pectore: “Non c’è mai stata distanza con la signora Meloni, mio figlio ha un rapporto di amicizia con lei, il suo uomo lavora a Mediaset”. Il riferimento è al giornalista Andrea Giambruno, uno dei conduttori di punta di TgCom24 e di Studio Aperto, non più apparso in diretta dopo le elezioni. “Cos’è, un ricatto? Pensa di minacciarci così? Andrea lavorava a Mediaset prima di conoscerci”, le parole attribuite a Meloni da Il Fatto Quotidiano, a quattro giorni dal “non sono ricattabile” con cui aveva chiuso la porta alle rimostranze del Cavaliere.