Berlusconi: “Il partito unico di centrodestra si potrebbe chiamare Cdu”
Centrodestra italiano? “Ha il pregio della chiarezza, e il richiamo all’Italia, il Paese che amiamo, mi pare utile”, dice Silvio Berlusconi in un’intervista rilasciata a Tommaso Labate per il Corriere della Sera, in riferimento al possibile nome per il partito unico di centrodestra, che vedrebbe la fusione almeno tra Lega e Forza Italia. Ma secondo l’ex Cavaliere un nome ancora migliore potrebbe essere “Centrodestra Unito, la cui sigla, Cdu, avrebbe il pregio di richiamare quello che per noi è un modello di riferimento, i nostri partner tedeschi nel Partito popolare europeo”.
Questo perché, spiega Berlusconi, “il centro-destra ha bisogno di un forte aggancio ai principi liberali, cristiani, europeisti, garantisti che noi di Forza Italia rappresentiamo. Sono i valori del Ppe, ai quali non rinunceremo mai. Del resto, i partiti espressione del Ppe stanno tornando a vincere in tutt’Europa, proprio ieri in Francia alle regionali, poche settimane fa a Madrid e in Germania, presto accadrà anche in Italia”.
Il leader di Forza Italia, nell’intervista al Corriere, ha poi ribadito come all’interno di questo progetto veda non solo Salvini, ma anche Giorgia Meloni, che però al momento non sembra voler aderire: “Rispetto anche se non condivido la scelta nei nostri amici di Fratelli d’Italia, che comunque saranno come sempre con noi alle prossime elezioni amministrative. Del resto dall’opposizione spesso manifestano sensibilità simili alle nostre”.
Quanto ai licenziamenti, tema caldo di queste ore dopo che l’esecutivo di Mario Draghi ha annunciato uno sblocco selettivo, Berlusconi afferma: “Ovviamente non si può rischiare di lasciare da un giorno all’altro per strada migliaia di lavoratori e di famiglie. Ma non si poteva neppure pensare di risolvere il problema disoccupazione solo con il rinvio indiscriminato del blocco dei licenziamenti. Credo che la cabina di regia abbia adottato una soluzione equilibrata”.
Una battuta l’ex Cavaliere la riserva anche alla faida tra Conte e Grillo: “La crisi dei Cinque Stelle non dipende dalle singole figure, è la conseguenza del loro vizio d’origine. Sono una forza politica nata per dare sfogo a un sentimento di malcontento diffuso che hanno usato come trampolino per prendere il potere. Non avendo né un vero progetto né dei valori unificanti era ovvio che chiamati alla prova dell’agire implodessero. Ora guardo con rispetto al loro travaglio, sperando che non crei difficoltà all’esecutivo”.