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Beppe Grillo: “Cambiamo il calendario, 13 mesi da 28 giorni l’uno e una festività extra alla fine dell’anno”

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L’ultima provocazione di Beppe Grillo, arrivata sul gong del 2023, riguarda il calendario. Il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle ha lanciato l’idea di cambiare il calendario gregoriano, al quale siamo abituati ormai tutti da sempre, sostituendo i classici 12 mesi con 13 mesi da 28 giorni l’uno. “Riformiamo il nostro tempo”, titola la sua proposta pubblicata sul blog che non ha nulla di metaforico ma riguarda proprio il il calendario, nel giorno in cui tutti si apprestano ad appendere quello del 2024.

Con quello gregoriano attuale “siamo dunque ancorati ad uno schema anacronistico, nato sotto una società prescientifica, teocratica, con un’economia feudale, che non semplifica affatto le nostre vite. I nostri semestri hanno la stessa durata solo negli anni bisestili, l’anno non si suddivide mai equamente in trimestri, i mesi sono irregolari, e né l’anno né i mesi possono essere suddivisi regolarmente in settimane”.

“I calendari, così come gli orologi – scrive – sono invenzioni umane, perché dunque non inventarne di migliori? Nel 1849 Auguste Comte, filosofo, matematico e scrittore francese, presentò un calendario semplice ma innovativo, basato su un anno di 364 giorni che includeva uno o due giorni ‘vuoti’ che l’ Abbé Mastrofini, un prete romano italiano, aveva ideato 15 anni prima. Ciascuno dei 13 mesi aveva 28 giorni ed esattamente quattro settimane. I nomi dei mesi erano quelli di personalità famose dell’epoca, ma l’idea non fu convincente. E così, verso l’inizio del XX secolo, nel 1902, il progetto fu ripreso dall’inglese Moses B. Cotsworth che eliminò i nomi famosi, semplificando il progetto. Il nuovo tredicesimo mese del calendario Cotsworth o ‘calendario fisso internazionale’ fu chiamato ‘Sol’. Un calendario di 365 giorni, composto da 13 mesi, ciascuno di 28 giorni, e un giorno in più aggiunto come festività alla fine dell’anno. L’idea del calendario fisso – ha scritto Grillo – fu accolta con entusiasmo dal congresso americano. Nel 1928, l’imprenditore George Eastman ne istituì l’uso presso la sua Eastman Kodak Company, dove fu utilizzato fino al 1989”.

In conclusione: “Molte organizzazioni e studiosi hanno valutato i benefici che porterebbe un calendario di 13 mesi: eliminerebbe la confusione causata da mesi con numeri di giorni variabili, semplificando la gestione del tempo, il budget e la pianificazione per individui, aziende e organizzazioni. Con ogni mese composto da quattro settimane di 7 giorni sarebbe più semplice pianificare e coordinare le attività locali, nazionali e globali. Gli anni bisestili sarebbero facilmente gestiti aggiungendo un singolo giorno in più alla fine dell’anno invece del sistema attuale in cui viene aggiunto un giorno in più a febbraio. Le aziende trarrebbero vantaggio per la rendicontazione finanziaria, l’elaborazione delle buste paga e la gestione dell’inventario”.

“Ci sarebbe infine una armonizzazione delle festività: il giorno extra aggiunto come festività alla fine dell’anno porterebbe una giornata universale di festa, contro ogni tipo di discriminazione religiosa e promuovendo l’unità globale. Le Nazioni Unite, organizzazioni, attivisti, intellettuali hanno sostenuto da sempre l’idea del calendario di 13 mesi, scontrandosi con ideologie ancorate al passato. Con la velocità con cui la tecnologia sta correndo verso il futuro, forse è arrivato il momento di rispolverare un po’ il nostro calendario”.

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