Banca Popolare di Bari, Conte: “Non difendiamo nessun banchiere. Faremo una banca del Sud a partecipazione pubblica”
Banca Popolare di Bari, Conte: “Non difendiamo nessun banchiere”
Sarà convocato “a breve” un consiglio dei ministri per un intervento del Governo sulla crisi della Banca Popolare di Bari. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte dopo le tensioni di ieri nel governo che hanno visto Iv disertare il Cdm a Palazzo Chigi.
Banca Popolare di Bari, l’intervento del premier Conte
“Abbiamo chiarito”, ha spiegato Conte sottolineando che il governo interverrà “attraverso Mediocredito centrale” e non tutelerà “nessun banchiere”, ma assicurerà “la massima tutela dei risparmiatori” e solleciterà “azioni di responsabilità” affinché “queste situazioni non si concludano senza nomi e cognomi”.
Conte chiarisce anche il motivo per cui la gravità della situazione non è emersa fino a ieri sera: “Ieri a Bruxelles non potevo anticipare alle telecamere quello che stava succedendo. Chiedo scusa ai cittadini, sono stato omissivo per la prima volta ma non potevo parlare a mercati aperti”.
E poi fornisce qualche indicazione su come si muoverà il governo: “Non tuteleremo nessun banchiere. Sollecitiamo azioni di responsabilità perché non possiamo permetterci queste situazioni, vogliamo i nomi e i cognomi dei responsabili. Interverremo attraverso uno strumento nella pancia di Invitalia, Mediocredito Centrale. Cerchiamo di fare di necessità virtù. Assicureremo a Mediocredito centrale le necessarie risorse per poi, con un fondo interbancario, intervenire per rilanciare la Pop Bari. Avremo una sorta di Banca del Sud degli investimenti a partecipazione pubblica”.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro chiede a sua volta l’intervento del governo per salvare “il tessuto economico della città ed i risparmi di 70mila famiglie”.
Banca Popolare di Bari: cosa succede
La tensione è alta nella maggioranza sul salvataggio della Banca Popolare di Bari: il Consiglio dei ministri riunito d’urgenza nella notte del 13 dicembre ha discusso l’intervento per sostenere l’istituto pugliese in crisi: in bilico 3.300 dipendenti, 70 mila soci.
In pratica si va verso una sorta di “nazionalizzazione” parziale con l’intervento della banca pubblica Mediocredito Centrale (Mcc) e del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd).
Il governo dovrebbe versare 250 milioni in Mcc, che a sua volta li userà per l’aumento da 800 milioni-1 miliardo della PopBari, nel frattempo commissariata ieri sera dalla Banca d’Italia. Una specie di schema-Carige, che proprio ieri ha chiuso l’aumento di capitale.
L’accelerazione era nell’aria, nonostante appena nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte avesse rassicurato: “Al momento non c’è nessuna necessità di intervenire con nessuna banca, il sistema è in buona salute”.