Azzolina: “Chiudere la scuola è stata una ferita che porterò dentro per sempre”
“Per una persona che ama la scuola, dover dire il 4 marzo all’intero Paese che bisognava chiudere è stata una ferita che porterò dentro per sempre”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ripercorre i difficili mesi alla guida della scuola italiana, in piena pandemia.
“Ho dato il mio contributo, non mi sono risparmiata, ho lavorato per gli studenti e per le studentesse e adesso torno in Parlamento, che sarà centrale”, dice Azzolina. “In questi giorni sto ricevendo molto affetto da parlamentari, cittadini, genitori, dirigenti. L’anno del Covid è stato un anno di solitudine per tutti, ma io sono stata circondata da una grandissima comunità scolastica che mi ha permesso di andare avanti”.
L’ex ministra è tornata anche sulla questione dei banchi a rotelle: “A giugno il Comitato tecnico scientifico mi ha detto che se intendevo riaprire le scuole a settembre, serviva il metro di distanza. […] In Europa esistono i monoposto tradizionali e le sedute innovative, i cosiddetti ‘banchi a rotelle’, gli stessi utilizzati in istituti di eccellenza come quelli dei gesuiti frequentati a suo tempo dal premier Draghi. Sono stati i presidi a scegliere di quali avvalersi: abbiamo consegnato 400mila sedute innovative e 2 milioni di monoposto. Un investimento strutturale, che resterà. Ma che nella becera propaganda politica di chi non conosce la scuola è diventato altro”.
Sul neoministro Bianchi, Azzolina commenta così: “Nessuno è tecnico fino in fondo, è stato per anni assessore in una giunta Pd”. Su un eventuale nuovo lockdown con le scuole chiuse, spiega che “il neoministro lo ha escluso. Io penso che le scuole debbano essere l’ultima cosa a chiudere. Ovviamente è una scelta politica. Se dovessero aumentare i contagi e il governo dovrà deciderà le priorità, mi auguro che la scuola sia messa al primo posto”.