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Home » Politica

Autisti d’oro in Regione Calabria: stipendi da 40mila euro l’anno per scarrozzare i politici

Immagine di copertina
Illustrazione: Emanuele Fucecchi

La Treccani nel 2008 ha introdotto il neologismo “spendopoli” per indicare uno scandalo suscitato dal malcostume di sperperare denaro pubblico. E se a spendere (e spandere) tali soldi sono i politici di una casta che mira ad autoconservare i propri privilegi (e quelli per gli amici degli amici) andiamo a toccare un punto divenuto assai dolente nella storia politica degli ultimi dieci anni.

In Calabria, terza regione più povera d’Europa secondo l’European regional social scoreboard del Comitato europeo delle Regioni, in cui il pil pro capite è inferiore del 60 per cento della media Ue, i cosiddetti “privilegi della casta” sono ancora più duri a morire che altrove.

Non solo – come abbiamo raccontato qui – portaborse strapagati parenti degli amici, c’è un’altra categoria di illustri privilegiati: è il caso degli autisti, decine di persone nominate nell’ambito di quel paradiso di incarichi fiduciari a spese dei contribuenti per scarrozzare i politici regionali. In Calabria per legge hanno diritto all’autista i presidenti della Regione e del consiglio regionale e i loro vicepresidenti, i segretari questori del consiglio, i presidenti di commissione consiliare, i capigruppo e gli assessori regionali. Il ruolo di autista è una carica assai ambita dato che è possibile arrivare a guadagnare anche 40.000 euro l’anno. Tutti soldi dei calabresi che gravano a bilancio sul “costo personale delle strutture speciali”, con un consiglio regionale che in questo spende 4 volte quello del Piemonte. In più, nel bilancio di previsione 2020-2022 di Regione Calabria è previsto un rimborso spese autisti di 100.000,00 euro annui e un rimborso forfettario per il trattamento mensa pari a 180.000,00 annui.

Già, perché se un autista della giunta ha un contratto “all inclusive” di 38.000 euro annui, un autista del consiglio oltre allo “stipendio base” di 28.707 euro, ha diritto ad un rimborso spese forfettario per “trattamento mensa” ed un rimborso spese “finalizzato al ristoro del disagio economico e fisico che affrontano gli autisti, la cui residenza dista almeno 10 chilometri da quella del titolare della struttura”. In Calabria, quindi, un autista che abita a più di 25 chilometri dalla residenza del suo datore di lavoro ha diritto a ricevere 750 euro mensili esentasse “per il ristoro del disagio economico e fisico” che patisce nell’affrontare tale interminabile tragitto che rientrerebbe, invece, nelle normali mansioni di lavoro di un autista, ma la normativa regionale slega i trattamenti economici degli autisti a qualsiasi tipo di contrattazione collettiva. Insomma, decide la casta.

Ovviamente gli autisti non utilizzano mezzi loro come un qualsiasi riders sottopagato. La normativa regionale prevede un diritto alle “spese per il noleggio e l’esercizio delle autovetture” che comporta un rimborso che va dai quasi 4000 mensili per i presidenti della giunta e del consiglio, agli oltre 3000 euro i vicepresidenti e gli assessori, ai 2300 per i segretari questori del consiglio regionale. In quel caso si hanno a disposizione tre opzioni: l’utilizzo di un’autovettura a noleggio fornita dal consiglio regionale; un contributo per il noleggio e l’utilizzo di un’autovettura noleggiata, oppure un contributo per l’esercizio di auto di proprietà del politico. Il tutto con un costo di bilancio pari a 425.000 euro solo per il 2020.

Chi sono, quindi, i più bramosi di mettersi alla guida delle auto degli assessori e dei consiglieri calabresi? Una stuola di amministratori pubblici locali ed esponenti di partiti politici. E se la presidente della giunta Jole Santelli ha come autista il responsabile enti locali di Forza Italia per la provincia di Cosenza, il presidente del consiglio Mimmo Tallini ne ha due, part-time: un consigliere comunale di Catanzaro indagato nell’ambito dell’inchiesta gettonopoli ed un ex consigliere comunale di Crotone eletto col centrosinistra. L’assessora regionale ai trasporti Domenica Catalfamo ha come autista part-time un rappresentante dei giovani di Forza Italia del reggino (vicino al di lei cugino, l’onorevole Francesco Cannizzaro), mentre l’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo ha un ex consigliere comunale di Cassano Ionio, Forza Italia. In consiglio regionale, il segretario questore in quota Lega Filippo Mancuso ha nominato, addirittura, un sindaco del catanzarese per guidare la sua auto, mentre il capogruppo dell’Udc Giuseppe Graziano ha assunto la moglie dell’ex assessore regionale all’ambiente dei Verdi della giunta di Agazio Loiero.

Anche l’opposizione ha le sue auto, con il capogruppo del PD Mimmo Bevacqua che vede sedersi al posto del guidatore un consigliere comunale di Acri, mentre il segretario questore Graziano Di Natale ha assunto il segretario del PD di Paola. Certo, con una previsione di calo del Pil nazionale del 7 per cento a seguito della pandemia, la classe politica calabrese, dopo la pessima figura con la legge sui vitalizi, dimostra di essere, in maniera tassativamente bipartisan, sempre più legata al passato e isolata in un bunker di privilegi.

Leggi anche: 1. Caos Lega in Calabria tra inchieste, botte e scandali / 2. “Parenti degli amici”: il trucchetto dei politici calabresi per assumere i portaborse

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