Il genio della settimana: Attilio Fontana e il suo allarmismo da paura (di Giulio Cavalli)
Il genio della settimana: Attilio Fontana e il suo allarmismo da paura
Il genio della settimana è colui che si è contraddistinto per aver compiuto un gesto eclatante ed è balzato agli orrori della cronaca. Iniziamo oggi la rubrica che tutti i sabati proverà a individuare il meglio del peggio della settimana.
L’onore di aprire il primo appuntamento va sicuramente a lui, Attilio Fontana, presidente di regione Lombardia ed eroe incontrastato delle cronache di questi ultimi giorni. Fontana che con il Coronavirus sta facendo il lavoro sporco, che non vuole fare il suo capo Salvini e che fiero cavalca tutti gli -ismi che gli passano sottomano: ha cominciato la settimana creando allarmismo, spargendolo a piene mani per attaccare il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è poi passato al tranquillismo con cui in conferenza stampa ci ha parlato del Coronavirus come di una semplice emergenza ed è poi riuscito, con un video di pochi secondi, a creare più danni economici e di credibilità alla Lombardia di quanto non abbia potuto fare nessuno altro.
Ora quindi ha cambiato idea: prima era una catastrofe, poi una semplice influenza e infine una catastrofe ancora. In tutto questo indossa una mascherina annunciando di mettersi in quarantena e nessuno che gli abbia chiesto perché in isolamento uno dovrebbe avere bisogno della mascherina, al di là dello sciancare sui social come è maestro il suo leader.
Badate bene: Attilio Fontana è diventato presidente di regione con una Lega fortissima e con Forza Italia che in Lombardia pesa ancora. Per capirci: dopo Formigoni anche il cavallo di Caligola avrebbe potuto diventare presidente sostenuto da quelle liste in quel periodo. Ma Fontana riesce a fare di più: se evidentemente Salvini ha capito che il suo lucrare sull’epidemia gli avrebbe fatto perdere voti tra i moderati, Attilio Fontana si è immolato per fare lui stesso la parte dell’allarmista da cui prova a stare lontano il segretario della Lega.
Funziona? Non si direbbe. I lavoratori della Lombardia, leghisti e non, non amano certo le scenette rispetto alle soluzioni e sono molti anche nella Lega stessa che hanno mal digerito l’exploit del presidente regionale.
Del resto, se ci pensate, cosa c’è di peggio di pasteggiare su una paura collettiva? Poco, pochissimo. Forse ci potrebbe essere di peggio il brigare perché il Coronavirus non solo porti nuovi voti ma addirittura possa tornare utile per le manovrine di palazzo e per tenersi calda calda la cadrega. Ed è esattamente quello che sta facendo Salvini, a pensarci bene. La Lega è al gran completo. Attilio e Matteo ormai sono il poliziotto buono e il poliziotto cattivo che fanno coppia fissa. Peccato che sullo sfondo ci sia anche un altro Matteo.