L’assessore del Pd messa alla gogna da Salvini per essere scesa in piazza con le sardine ha presentato una denuncia contro il leader della Lega: “Ho paura”
La donna era diventata la protagonista di un post pubblicato sui social dell'ex ministro dell'Interno che ha scatenato una valanga di commenti sessisti e volgari
L’assessore del Pd, messa alla gogna da Salvini per essere scesa in piazza con le sardine, denuncia il leader della Lega
Silvia Benaglia, assessore in un piccolo comune in provincia di Bologna a guida Pd, ha deciso di presentare una denuncia nei confronti di Matteo Salvini dopo essere stata messa alla gogna dal leader della Lega a causa della sua decisione di scendere in piazza al fianco della sardine.
A rivelarlo è stata Cathy La Torre, la legale alla quale ha deciso di affidarsi la Benaglia dopo gli insulti ricevuti.
Silvia Benaglia, assessore 29enne del comune di Pianoro, lo scorso giovedì 14 novembre ha partecipato insieme a due sue amiche alla manifestazione organizzata dalla sardine che si è tenuta a piazza Maggiora a Bologna.
Essendo assessore in una giunta a guida Pd, la cosa non è evidentemente sfuggita ai social media manager di Matteo Salvini e di Lucia Borgonzoni, candidata della Lega alla prossime elezioni regionali che si terranno in Emilia-Romagna a gennaio.
Subito dopo, infatti, sui profili social del leader della Lega è apparso un post con la foto della Benaglia con su scritto: “Ormai il giochetto si è capito: gratta la sardina trovi la piddina. E questa “democratica”, assessore in un comune della provincia di Bologna, dice anche che siamo dei “delinquenti prestati alla politica”… Amici, più ci insultano, più vinciamo!”.
Inoltre, un commento totalmente decontestualizzato della Benaglia, in cui l’assessore parlava di “delinquenti prestati alla politica”, è stato fatto passare come un’affermazione della Benaglia nei confronti di Salvini e della Borgonzoni.
Questo ha scatenato una serie di insulti volgari e sessisti nei confronti dell’assessore, la quale si dice spaventata per quello che le sta accadendo. “Fino a ieri non mi conosceva nessuno – rivela la Benaglia – adesso nel migliore dei casi mi dicono che sono una cozza, nel peggiore che faccio la prostituta. Perché?”.
L’avvocato Cathy La Torre conferma che quella frase non era indirizzata ai due leghisti, ma si riferiva a un caso di cronaca. La legale, inoltre, sottolinea che la sua assistita non è nemmeno iscritta al Partito Democratico.
“Può l’immagine di una persona che ha partecipato a una pacifica manifestazione pubblica essere presa, manipolata, accostata a una frase pronunciata in un altro contesto e poi usata come propaganda elettorale che viene vista da 10 milioni di persone?” si domanda la legale.
La risposta a questo punto la dovrà dare un giudice.