Tangenti e arresti in Lombardia: cosa sappiamo finora sull’indagine che ha scosso la politica
Arresti in Lombardia | Spiegazione | Riassunto | Cosa è successo | Cosa sappiamo finora
Martedì 7 maggio i carabinieri di Monza e la Guardia di Finanza di Varese hanno disposto la misura della custodia cautelare per 43 persone, nell’ambito di un’indagine su una presunta associazione di stampo mafioso che, in Lombardia, avrebbe pilotato l’assegnazione di numerosi appalti pubblici.
Per 16 persone sono stati disposti gli arresti domiciliari, per altre 12 la custodia cautelare in carcere. Altre 15 indagati sono sottoposti all’obbligo di firma. Gli indagati sono in totale 95.
Secondo l’ipotesi accusatoria, politici e imprenditori di spicco in Lombardia avrebbero dato vita ad un’associazione per delinquere, all’interno della quale gli appalti venivano “oliati” attraverso tangenti.
I capi d’accusa che interessano a vario titolo gli indagati sono: finanziamento illecito ai partiti, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio.
Arresti in Lombardia | Gli indagati | I nomi | Oggi | Forza Italia
Tra gli indagati figurano esponenti di spicco di Forza Italia in Lombardia, come Pietro Tatarella [qui il suo profilo], candidato azzurro alle prossime elezioni europee, Fabio Altitonante, sottosegretario del partito di Silvio Berlusconi in Lombardia, e Carmine Gorrasi, consigliere comunale e coordinatore Forza Italia a Busto Arsizio.
Risulta indagato anche un quarto esponente di Forza Italia, Diego Sozzari. In questo caso, trattandosi di un deputato, per l’arresto serve l’autorizzazione del parlamento. Sozzari è infatti membro della Commissione permanente trasporti, poste e telecomunicazioni di Montecitorio.
Anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che inizialmente risultava parte offesa, è stato poi iscritto nel registro degli indagati. L’ipotesi accusatoria a suo carico è quella di abuso d’ufficio.
Arresti in Lombardia | Attilio Fontana indagato
La vicenda che riguarda il presidente della Lombardia ha a che fare con la nomina di un socio del suo studio di avvocato, Luca Marsico, per un incarico in Regione.
Marsico, candidato alle elezioni regionali ma non eletto, doveva essere “ricollocato” alla Direzione formazione della Regione Lombardia in cambio di consulenze. Questa sarebbe stata la proposta fatta a Fontana da Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese, anche lui arrestato.
Fontana, sentita la richiesta, l’avrebbe declinata ma non avrebbe denunciato il tentativo di corruzione. Non solo: in un secondo momento, il presidente della Lombardia avrebbe proposto in maniera autonoma la nomina di Marsico come membro del “Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici”, assecondando così in maniera indiretta la richiesta di trovare un incarico all’ex candidato.
Fontana ha dichiarato di non aver percepito la proposta di Caianiello come un tentativo di corruzione.
Anche Luca Marsico ha commentato la vicenda: “Fontana è stato il mio maestro sin da quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, nel 1992. Credo di essere un buon avvocato, per questo ho ottenuto l’incarico e non per l’amicizia con il governatore”, ha detto.
Arresti in Lombardia | Salvini Fontana
Dopo la notizia diffusa nella mattinata di martedì 7 maggio, secondo cui Fontana risultava parte lesa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva commentato: “Fontana? Orgoglioso di lui, è parte lesa”.
Quando poi, però, il governatore della Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati, lo stesso Salvini ha dovuto spendersi per rintuzzare gli attacchi, compresi quelli degli alleati di governo: “Che Di Maio chieda un chiarimento sulla posizione di Fontana che ha respinto proposte di corruzione è assurdo. Io non ho mai chiesto niente alla Raggi, grillini o parenti di”, ha detto il leader della Lega.
“Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso. È tutto da dimostrare”, ha aggiunto il ministro dell’Interno.
Attilio Fontana chi è | Lombardia | Famiglia | Figli | Presidente | Indagato
Attilio Fontana, 65, avvocato, da marzo 2018 è governatore della regione Lombardia [qui il suo profilo completo]. Era stato candidato con il centrodestra dopo che il suo precedessore alla guida della Regione, Roberto Maroni, aveva rinunciato a ricandidarsi.
Durante la campagna elettorale per le regionali, avevano fatto discutere alcune sue dichiarazioni, come quando aveva affermato: “Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate”.
Le polemiche non gli hanno comunque impedito di affermarsi alle urne con il 49,75 per cento dei voti. Il suo principale avversario, il candidato del centrosinistra Giorgio Gori, si è fermato al 29, 09 per cento.
Prima di essere eletto presidente di Regione, Fontana era stato sindaco del Comune di Varese, presidente di Anci Lombardia, presidente del Consiglio regionale lombardo e vicepresidente di fiera Milano.
Eletto in Regione Lombardia con una lista civica, ha iniziato la sua carriera politica tra le fila dell’allora Lega Nord nel 1995, quando è stato eletto sindaco a Induno Olona.
In seguito ha ricoperto la carica di consigliere regionale e presidente del consiglio regionale lombardo, tra il 2000 e il 2006, per poi essere eletto sindaco di Varese due volte: la prima nel 2006 e la seconda nel 2011.
Attilio Fontana moglie
La moglie di Attilio Fontana è Roberta Dini: nipote dell’architetto Claudio Dini, fa parte della famiglia che ha fondato il marchio Paul & Shark.
Pietro Tatarella chi è | Curriculum | Europee | Forza Italia | Indagato
Oltre ad Attilio Fontana, un altro degli indagati di spicco in questo filone di inchiesta è Pietro Tatarella [qui il suo profilo completo].
Candidato di Forza Italia alle elezioni europee, Tatarella, 36 anni, fa parte del partito di Silvio Berlusconi da circa 20 anni.
Nel 2011 era stato eletto consigliere comunale a Milano.
Per la sua campagna elettorale in vista delle europee, aveva battuto su alcuni temi, in particolare la sicurezza e il lavoro.
Non sempre tenero con il leader della Lega Matteo Salvini, Tatarella in un’intervista al Giornale aveva affermato che il ministro dell’Interno parla troppo di immigrazione, non soffermandosi su temi più importanti come la crisi economica e delle imprese italiane.
Tatarella negli ultimi anni è stato molto critico anche con il suo stesso partito: più volte ha invocato un ricambio generazionale di Forza Italia in Lombardia.
In passato infatti si era più volte diffusa la voce di un suo possibile passaggio ad altre formazioni del centrodestra, rumors smentiti dalla nomina a vice coordinatore di Forza Italia e dalla candidatura per le europee.