Anticipazione TPI, Esclusivo Report: il business sui rifiuti a Roma, così i costi sono lievitati da 40 a 200 euro a tonnellata per lo smaltimento. Gualtieri: “Termovalorizzatore unica soluzione”
Negli ultimi dieci anni i cittadini romani hanno speso oltre 1 miliardo di euro per smaltire i rifiuti della capitale oltre i confini regionali. Ora una nuova inchiesta anticipata da TPI rivela il sistema che ha fatto affari propri sull’emergenza rifiuti, capace di far lievitare il costo dello smaltimento dei rifiuti da 40 a 200 euro a tonnellata. E in un’intervista esclusiva il sindaco di Roma Roberto Gualtieri difende la sua strategia e ribadisce che la scelta del termovalorizzatore non è in contrasto con le politiche della Regione Lazio
Negli ultimi dieci anni i cittadini romani hanno speso oltre 1 miliardo di euro per smaltire i rifiuti della capitale oltre i confini regionali. Nel triennio appena trascorso sono stati 140 milioni di euro per il 2019, 131 per il 2020 e 142 per il 2021. Una montagna di soldi necessaria per gestire l’emergenza perenne della capitale, costretta a vivere e sopravvivere senza impianti capaci di smaltire gli 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti che produce ogni anno.
Una circostanza assurda ricostruita nell’inchiesta di Report “Il sacco di Roma” il cui servizio andrà in onda oggi alle 21:20 su Rai 3, dalla quale emerge un sistema che, nel corso di questi anni, ha fatto affari proprio sull’emergenza, capace di far lievitare il costo dello smaltimento dei rifiuti da 40 a 200 euro a tonnellata.
Da carte giudiziarie e documenti interni al Comune di Roma emergono una serie di gare andate deserte con la conseguenza di affidare il servizio di smaltimento in continuità ai vecchi gestori. Una prassi sulla quale ha indagato perfino l’Antitrust arrivando a confermare che l’emergenza ha fatto la fortuna di tanti, senza però poter identificare l’esistenza di un vero e proprio cartello tra le imprese.
Oggi il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, prova a dare una risposta all’emergenza con la proposta di un termovalorizzatore capace di trattare 600mila tonnellate all’anno. In un’intervista esclusiva rilasciata a Report che TPI è in grado di anticipare nella clip visibile in testa all’articolo e disponibile nei prossimi giorni sul sito Raiplay, il primo cittadino della capitale difende la sua strategia e ribadisce che la scelta del termovalorizzatore non è in contrasto con le politiche della Regione Lazio, che invece non aveva previsto l’esigenza di un impianto del genere all’interno del Piano regionale dei rifiuti.
“Quando sono stato eletto sindaco ho trovato una situazione dei rifiuti insostenibile e vergognosa – afferma Gualtieri a Report – non solo perché la città è sporca ma perché l’intero sistema è sull’orlo del collasso costantemente. Gli ultimi impianti che sono stati fatti a Roma risalgono al 2001, fatti dal commissario per il Giubileo”.
“I costi sono enormi – continua Gualtieri – le risorse dei cittadini sono state buttate per pagare a carissimo prezzo il fatto di mandare i nostri rifiuti in giro”.
Su dove sorgerà il termovalorizzatore annunciato dal sindaco, l’ex ministro dell’Economia afferma: “In un’area industriale, non vicino a centri abitati. Santa Palomba? Annunceremo il luogo di questo e altri impianti quando avremo completato il lavoro istruttorio”.
“Il piano regionale dei rifiuti prevede il termovalorizzatore di San Vittore che c’è, quindi non stiamo parlando di un sì o no a una tecnologia. Il piano, inoltre, è stato condizionato dai dati sbagliati che Roma Capitale ha dato alla Regione”.
Grazie alla nomina a Commissario del Governo per il Giubileo 2025 Gualtieri andrà in deroga al Piano e porterà avanti il suo progetto. Un progetto che Roma attende per uscire una volta per tutte dall’emergenza.