“Giovani ed Europa, la rinascita dell’Italia passa da qui. Salvini? A Bruxelles non incide”
Dal 2 al 4 ottobre a Roma torna con la seconda edizione la scuola "Rinascita Italia: The Young Hope". Una tre giorni di confronti ai quali prenderanno parte politici, giuristi e manager, organizzata da Fino a Prova Contraria, associazione presieduta dalla giornalista Annalisa Chirico, che presenta l'iniziativa su TPI
“Viviamo in un Paese per vecchi, la rinascita dell’Italia non può che passare da Europa e giovani”: non usa giri di parole Annalisa Chirico, giornalista e presidente di Fino a Prova Contraria, associazione impegnata sul fronte della giustizia e della crescita economica, nel presentare la scuola “Rinascita Italia: The Young Hope”, la cui seconda edizione è in programma dal 2 al 4 ottobre 2020 presso la Galleria del Cardinale a Roma. Una tre giorni di confronti (visibili anche in streaming su LaChirico.it, nuovo portale di informazione che spazierà dalla politica al lifestyle) ai quali prenderanno parte politici, giuristi e manager. Dai ministri Franceschini, De Micheli,Amendola al viceministro Antonio Misiani, dai leader politici Matteo Salvini e Massimo D’Alema fino ad arrivare a Carlo Cottarelli, Giuseppe Pignatone e Franco Coppi. Intervistata da TPI, Annalisa Chirico ha spiegato come nasce questa iniziativa, illustrandone contenuti e prerogative, senza lesinare commenti sull’attualità politica italiana con un’attenzione particolare a ciò che accade a Bruxelles.
Torna con la seconda edizione “The Young Hope”, la scuola di Fino a Prova Contraria, l’associazione da lei presieduta. Anzitutto, come nasce questa iniziativa?
“Dal fatto che viviamo in un Paese per vecchi dove da giorni non si fa altro che parlare del compenso che il presidente dell’Inps Tridico si è raddoppiato in tempi di Covid, mentre nessuno dice che gran parte dei giovani non riceverà mai una pensione pubblica. Invece di discutere di questo, e sottolineo che lo scandalo non è nell’entità del compenso ma nel fatto che il presidente Tridico, il quale è reduce da gaffe ed errori, avrebbe dovuto meritarselo quel compenso, penso che dovremmo invece parla dello squilibrio del sistema previdenziale italiano.
Perché oggi i giovani sono i grandi assenti dal discorso pubblico italiano. C’è dunque un tema di pensioni pubbliche, di mancanza di lavoro, di salari Intollerabilmente bassi. C’è il tema di un Paese che sottopaga i suoi ricercatori e che ha rinunciato a investire nel futuro. Secondo i dati Ocse, l’Italia è il 23esimo Paese per spesa in ricerca, il che significa che noi investiamo l’1,4% del Pil in ricerca, mentre Israele investe il 5% del Pil. Questo significa che c’è una gigantesca questione generazionale, motivo per cui la nostra associazione da due anni ha deciso di fare una scuola tutta dedicata ai giovani, The Youg Hope per l’appunto”.
“Rinascita Italia” è il titolo di questa seconda edizione della scuola. Perché avete scelto proprio questo titolo?
“Dopo la crisi pandemica, non ci sembrava potesse esserci titolo migliore. In questa tre giorni, che si terrà in presenza con il rispetto delle normative anti-Covid, una cosa che mi rende felice perché lo streaming è una cosa bellissima ma guardarsi negli occhi lo è di più, ci confronteremo su come far ripartire l’economia nazionale. Come ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, noi non possiamo trasformare il nostro Paese in un “sussidistan”. La logica dei bonus, dei sussidi e dei redditi di cittadinanza ha fatto passare in secondo piano il tema del lavoro. Noi vogliamo ascoltare in questi giorni i membri del governo spiegarci come intendono far ripartire i settori industriali e produttivi italiani. Inoltre quest’anno c’è tanta Europa nella nostra scuola, perché è chiaro che la ripartenza dell’Italia dipenderà anche dalla nostra capacità di cogliere appieno le opportunità che si stagliano in Europa. Il Recovery Fund ha un percorso che non è affatto in discesa, ma non è una fregatura e va guardato senza preclusioni”.
Europa e giovani sono al centro delle discussioni in programma in questa tre giorni di incontri, durante i quali si discuterà anche molto di digitalizzazione, industria e sostenibilità.
“Ambiente e digitale saranno le parole chiave di questa edizioni. Su questo si confronteranno dei manager che guidano aziende che sono il fiore all’occhiello del sistema industriale italiano. Ci sarà l’ad di Enel, Francesco Starace, il quale ha trasformato Enel nel più grande produttore privato di energie rinnovabili al mondo e che si confronterà con Fatih Birol, direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia. Poi ci sarà l’ad di Snam, Marco Alverà, che parlerà del ruolo di leadership che Snam avrà nel futuro mercato dell’idrogeno, Intesa SanPaolo con il racconto del suo impegno sul fronte dell’innovazione digitale, Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, il quale parlerà del tema del 5G, e l’ad di Terna, Stefano Antonio Donnarumma. Il tema di fondo è che non c’è una contraddizione tra sostenibilità e profitto.
C’è una cosa che la rende particolarmente orgogliosa di questa edizione di The Young Hope?
Sono onorata che ad aprire la tre giorni sia il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati con la quale faremo un momento di raccoglimento per la giudice della Corte Suprema Usa Ruth Bader Ginsburg, recentemente scomparsa, che è stata la prima donna ebrea a diventare giudice della Corte Suprema statunitense. Sarà presente anche l’ambasciatore israeliano Dror Eydar perché dalla difesa di Israele passa la difesa dell’occidente, mentre un’altra presenza che mi rende orgogliosa è quella del giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese. Desidero inoltre ringraziare il Corriere della Sera che ci sostiene con le sue prestigiose firme.
Lei ha detto che il Recovery Fund non è una fregatura, così come dichiarato tempo fa da Matteo Salvini, che proprio lei intervisterà il prossimo 3 ottobre nel corso degli incontri della scuola. Non è una contraddizione invitare Salvini per parlare di Europa?
Credo che Matteo Salvini abbia già compiuto grandi passi in avanti archiviando il folklore anti-Euro, elogiando pubblicamente il “Whatever it takes” dell’ex presidente della Bce Mario Draghi. Certo è che Salvini ha un’enorme responsabilità perché la Lega ha 29 eletti a Bruxelles e attualmente si trova in un gruppo, privo di qualsiasi capacità di incidere. Con i lepenisti non si può dialogare in maniera credibile ai tavoli europei, perciò Salvini deve trovare una collocazione che abbia la capacità di incidere e di influenzare l’agenda europa perché al momento la sua presenza a Bruxelles è inutile.
Su Salvini, che arriverà dopo la prima udienza di Catania per il caso Gregoretti, vorrei aggiungere che non è chiaro come mai nessun giudice abbia pensato di coinvolgere il premier Conte nei processi che riguardano la gestione degli sbarchi dal momento che ogni decisione veniva condivisa. Inoltre, faccio presente che dal 14 al 29 settembre ci sono stati 6 naufragi davanti le coste della Libia per un totale di 190 migranti morti. Eppure non ho visto nessun parlamentare italiano protestare, né mi pare che il governo giallorosso, che ha dato 10 milioni di alla guardia costiera libica, abbia cambiato politica rispetto all’esecutivo precedente.
A differenza di Matteo Salvini, Giorgia Meloni sembra averla trovata una collocazione forte in Europa dopo la nomina a presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti europei. Qual è il suo pensiero a riguardo?
La stampa italiana a volte pecca di provincialismo e si esalta accontentandosi di una lettura superficiale dei fatti. Il gruppo del quale Meloni è diventata presidente è composto da 6 eletti di Fratelli d’Italia e da 24 polacchi che fanno capo al non certo liberale Kaczynski. Se c’è diffidenza nei confronti di Orban, che fa parte del Ppe, come si fa a esaltarsi per una nomina che, chi conosce Bruxelles, sa bene quanto sia povera di ricadute concrete? Se decidiamo che Orban è brutto, sporco e cattivo, non capisco come ci si possa esaltare per un’alleanza con Kaczynski.
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