Altro che svolta “green”, il governo Draghi accontenta Salvini e rinvia la plastic tax
La “plastic tax” è stata rinviata al 2022: c’è anche questo tra le misure contenute nella bozza del decreto Sostegni bis, che dovrebbe arrivare in settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il provvedimento contro l’inquinamento slitta così di altri sei mesi: entrerà in vigore il primo gennaio 2022 e non più il primo luglio di quest’anno. Il rinvio, si legge nella relazione illustrativa, viene stabilito “in considerazione delle contingenti e difficili condizioni in cui versano i settori economici, che sarebbero gravati dall’imposta, in connessione al protrarsi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19″.
A esultare per la decisione del rinvio della plastic tax è il leader della Lega Matteo Salvini, che si intesta il merito della decisione: “Grazie alla Lega ed al governo, rinviata (e lavoriamo perché si cancelli definitivamente) la plastic tax, una tassa che metterebbe a rischio 30.000 posti di lavoro”, scrive Salvini, che conclude. “Volere è potere”.
La plastic tax, la tassa sui prodotti in plastica, era in agenda sin dall’autunno 2019, quando il governo Conte bis iniziò a parlarne a proposito della legge di bilancio, suscitando reazioni e polemiche da parte di Italia Viva. “Il governo non alzerà mai le tasse”, aveva assicurato il leader del partito Matteo Renzi. Ma contro questa posizione si era schierata una parte della maggioranza giallorossa, soprattutto del M5S.
Già a ottobre 2020, la tassa era stata rinviata al primo luglio 2021 aveva appianato gli ostacoli nella maggioranza del governo Conte bis permettendo il via libera al Documento programmatico di bilancio e l’approvazione “salvo intese” della manovra. La dilatazione dei tempi sulla plastic tax (insieme a quello della sugar tax) era stato chiesto in particolare da Italia Viva, anche in quel caso per evitare di introdurre due tasse in una fase complicata per l’economia.
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