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Alberto da Giussano, l’eroe della Lega, non è mai esistito: il simbolo è una fake news

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Alberto da Giussano, l’eroe della Lega, non è mai esistito: il simbolo è una fake news

Alberto da Giussano, l’eroe che brandisce una lancia e che Salvini porta sempre sul petto nella sua spilletta con il logo della Lega, non è mai esistito. La Lega si è scelta come simbolo un eroe fake.

Come si legge sullo statuto della Lega, “il simbolo è costituito da un cerchio racchiudente la regione Lombardia con all’interno la figura di Alberto da Giussano come rappresentato nel monumento di Legnano”.

A questo link tutta la storia dettagliata del simbolo della Lega.

Oggi, 15 settembre 2019, si è tenuto a Pontida il 33esimo raduno della Lega, storico appuntamento “sacro suolo” del comune lombardo. Il luogo del raduno non è stato scelto a caso: il pratone è carico di simbologia e si ispira al cosiddetto giuramento di Pontida, che però, proprio come Alberto da Giussano, non trova riscontro nella storiografia ufficiale, e che sarebbe avvenuto, secondo la tradizione, il 7 aprile 1167.

Quel giorno è considerato la data di nascita della Lega Lombarda contro Federico I Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero. L’alleanza militare tanto cara al Carroccio, venne costituita nell’abbazia di Pontida tra alcuni comuni dell’Italia settentrionale durante il Medioevo in chiave anti Federico Barbarossa. Le municipalità fondatrici della Lega Lombarda furono Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma.

Alberto da Giussano è un personaggio leggendario che sarebbe vissuto nel XII secolo e che avrebbe partecipato alla battaglia di Legnano del 29 maggio 1176.

Secondo la storiografia però, il vero capo militare della Lega Lombarda nel celebre scontro militare con Federico Barbarossa fu Guido da Landriano.

Gli storici, dopo approfondite analisi, concordano nel sostenere che la figura di Alberto da Giussano non è mai esistito. Il suo nome era apparso per la prima volta circa 150 anni dopo la battaglia di Legnano, nella cronaca storica della città di Milano scritta dal frate domenicano Galvano Fiamma.

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