Accordo sui migranti di Malta, cosa prevede l’intesa sul ricollocamento
Cosa prevede l’accordo sul ricollocamento dei migranti raggiunto a Malta
Oggi, 23 settembre 2019, è stato raggiunto a Malta un accordo per il ricollocamento dei migranti, che prevede che Italia e Malta non siano più gli unici due paese a doversi fare carico dello sbarco dei migranti. L’accordo sui migranti rappresenta un punto di svolta importante nella questione dei ricollocamenti dopo gli sbarchi. Al vertice di La Valletta è stato trovato un accordo tra “paesi volenterosi” per ricollocare i migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale e sbarcati in Italia o a Malta.
I ministri degli interni riuniti a Malta hanno raggiunto un accordo per un documento comune sui migranti che sarà discusso nel Consiglio affari interni che si terrà a Lussemburgo l’8 ottobre. A dirlo è il ministro dell’Interno maltese, Micheal Farrugia, al termine del minivertice di Malta.
“Da oggi Italia e Malta non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due paesi rappresentano la porta d’Europa”, ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. “Il testo predisposto va nella giusta direzione, ci sono contenuti concreti e abbiamo sciolto dei nodi politici complicati”.
L’accordo tra Francia, Germania, Malta e Italia aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo, ovvero del regolamento di Dublino.
Il ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, ha detto: “Senza questo accordo, la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile”.
Cosa prevede l’accordo sui migranti raggiunto a Malta in quattro punti
L’accordo sui migranti raggiunto tra Italia, Malta, Francia e Germania alla Valletta, sotto la presidenza di turno della Ue della Finlandia, si basa su quattro punti principali.
Redistribuzione dei richiedenti asilo e non solo dei rifugiati – Tra le novità dell’accordo c’è il fatto che il nuovo sistema introduce la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.
Rotazione volontaria dei porti di sbarco – I porti in cui far sbarcare i migranti saranno soggetti a una rotazione, e non solo nel caso in cui quelli di Italia e Malta siano saturi. “Questo non era scontato”, ha detto la ministra Lamorgese.
Redistribuzione dei migranti su base obbligatoria – Il terzo punto dell’accordo prevede che i migranti vengano redistribuiti in maniera obbligatoria con un sistema di quote che verrà stabilito in base a quanti dei 28 paesi dell’Ue parteciperanno all’intesa.
Tempi rapidi per i ricollocamenti – L’accordo introduce il termine certo delle 4 settimane per i ricollocamenti.
In base al documento siglato a Malta, una volta decisa la quota da ridistribuire, i migranti verranno inseriti direttamente nella banca dati del paese di destinazione e non in quella del paese di primo approdo. Il paese di destinazione si farà carico anche degli eventuali rimpatri.
“L’Ue farà in modo che tutti gli stati membri partecipano agli sforzi di solidarietà per accogliere i migranti”, ha detto il commissario europeo alle migrazioni Dimitri Avramoupoulos. “È un segnale di volontà e forza per rispondere alla sfida delle migrazioni. Rimango convinto che serve una politica migratoria comune e faro di tutto per sostenere questo sforzo”.
Quali paesi partecipano all’accordo sui migranti di Malta
Oltre Italia, Malta, Francia e Germania, anche la Finlandia ha detto di voler partecipare alla redistribuzione dei migranti. Ma l’Italia sta lavorando perché l’accordo sia condiviso quanto più possibile tra i paesi Ue. L’accordo sui migranti raggiunto a Malta sarà ora sottoposto agli altri 24 ministri dell’interno della Ue.
Luciana Lamorgese: “Oggi primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea
“Quello che è avvenuto oggi a Malta è “molto importante, un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a Malta. “Ho trovato un clima davvero positivo perché la politica migratoria va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentite europeo”, ha aggiunto.
Lamorgese, in conferenza stampa al termine del vertice, ha parlato di un clima di “grande collaborazione” tra i presenti al tavolo e della “volontà di procedere insieme” dei quattro che hanno dato vita all’accordo. “Porteremo questa bozza ad ottobre in Europa perché vogliamo che sia condivisa il più possibile dagli altri paesi. Siamo partiti con il piede giusto, ci sono novità rispetto al periodo precedente sia per quanto riguarda l’accoglienza sia per il salvataggio in mare”. In sostanza, ha ribadito il ministro, c’è da parte dei paesi che hanno partecipato al vertice “un’ampia disponibilità a seguire una linea europea per affrontare il tema delle migrazioni. Quanto alle sanzioni per i paesi che non aderiranno all’accordo, Lamorgese ha ribadito che “la linea” che è emersa dall’incontro è quella di andare in questa direzione, anche se nella bozza d’intesa non c’è traccia.