Accise, il capogruppo M5S alla Camera Francesco Silvestri a TPI: “Sul caro-benzina Meloni mente sapendo di mentire. Le risorse c’erano”
“Altro che speculazione. È stata una scelta politica”. Il capogruppo del M5S alla Camera dei Deputati, Francesco Silvestri, spiega a TPI come si potevano rifinanziare gli sconti sulle accise. “Ma il vero problema è la guerra. Basta parlare solo di armi”
Sulle accise Giorgia Meloni non ha detto la verità?
«No. Ha mentito, in primis in campagna elettorale, e purtroppo oggi questa menzogna la stanno pagando tutti gli italiani con il carrello della spesa».
La maggioranza però ha dato la colpa principalmente alla speculazione.
«È un’altra bugia: è stata una scelta politica. Spostare l’attenzione sui massimi sistemi non distrarrà la popolazione da qualcosa che impatta in maniera così forte sulle vite di tutti. Le politiche adottate in legge di bilancio confermano purtroppo che questo governo e la Meloni stanno danneggiando gravemente il ceto medio. È qualcosa di cui il nostro Paese non aveva assolutamente bisogno».
Eppure, secondo uno studio di Transport&Environment (T&E), il taglio alle accise su benzina e diesel è stato un regalo ai ricchi e ai petrolieri, a danno dei più poveri e dell’ambiente. In Italia, sostengono, il 10 per cento della popolazione più benestante avrebbe ricevuto un beneficio medio di 58 euro rispetto ai 9 euro andati a vantaggio dei meno facoltosi.
«Sulla tutela dell’ambiente siamo i primi ad essere favorevoli. È però necessaria una visione più ampia: ridurre il costo del carburante per chi utilizza l’auto per andare a lavoro e per tutte le imprese dei trasporti significa fare in modo che l’impatto degli aumenti dei prezzi energetici non gravi ancora di più sul carrello delle famiglie, in particolare le più povere. È per questo che ripristinare quei provvedimenti è così importante: i cittadini sono preoccupati perché sanno perfettamente quanto l’aumento dei prezzi alla pompa impatti sulle proprie vite».
Ora si profila una retromarcia del governo Meloni, è un buon segnale per l’opposizione?
«Il problema è che a questa maggioranza manca la forza del coraggio e non possiamo dargliela noi dall’opposizione. Meloni ha mentito anche un’altra volta».
Quando?
«Quando ha fatto intendere che la coperta delle disponibilità economiche dello Stato è corta».
Vuol dire che c’erano le risorse per prorogare gli sconti?
«Sì. Noi del Movimento 5 Stelle avevamo presentato una nostra proposta in sede di discussione della legge di bilancio».
Quale?
«Avevamo chiesto di tassare anche gli extra-profitti delle società farmaceutiche e assicurative, oltre che aumentare la tassazione sugli extra-profitti di quelle energetiche. Era possibile destinare queste risorse per calmierare i prezzi dei carburanti ma si è scelto di non farlo. La questione allora non è la coperta corta ma la mancanza di coraggio nel fare delle scelte politiche che darebbero nuove risorse da mettere in campo, soprattutto in tempi di pandemia e guerra. Ed è importante anche in politica estera».
Gli aumenti derivano dal conflitto in Ucraina.
«Ovvio. La guerra sta impattando in maniera assolutamente prevedibile sulle economie del ceto medio, dei lavoratori e delle imprese e per questo chiediamo un altro genere di linea sulla politica estera. Ma quando in un Paese si parla più di tipologie di armi che di tavoli diplomatici vuol dire che non si sta facendo abbastanza».
Nel giro di una settimana, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha prima incontrato Zelensky a Kiev, poi ha riunito a Roma il Comitato Nazionale Consumatori e Utenti e quindi ha ricevuto le associazioni dei distributori. Cosa dovrebbe fare il governo?
«La nostra soluzione rispetto alle politiche di pace è assolutamente diversa da quella del governo, ma purtroppo anche da quella di parte dell’opposizione. Noi come Movimento 5 Stelle chiediamo da tempo di investire molto di più in una soluzione negoziale rispetto al conflitto armato e di cambiare linea sulle armi. Su questo tema continuiamo e continueremo ad alzare la voce».