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I 49 milioni che la Lega deve restituire allo Stato diventano 18: le rivelazioni dell’ultimo bilancio

Immagine di copertina
Matteo Salvini

Lo sconto è frutto di un accordo con la procura di Genova

Lega, i 49 milioni da restituire allo Stato diventano 18

Secondo il bilancio 2018 della Lega, i 49 milioni da restituire allo Stato sono diventati 18,4. La riduzione è il risultato di un accordo del settembre 2018 con la procura di Genova. Il Carroccio aveva ottenuto di poter restituire il denaro in comode rate da 600mila euro l’anno in 75 anni, senza interessi. 100mila euro ogni due mesi. Il pagamento reale risulta così ridotto di 30 milioni di euro.

49 milioni Lega, i dati del bilancio

La pubblicazione dell’ultimo bilancio disponibile arriva nel bel mezzo del Russiagate sul presunto finanziamento di fondi russi alla Lega, una vicenda che sta facendo traballare il governo.

The Post Internazionale ha condotto un’inchiesta su come sono stati sperperati i fondi della Lega svaniti nel nulla (qui il riassunto dell’inchiesta).

Gli altri dati del bilancio sono positivi. La Lega chiude il 2018 con un disavanzo di esercizio di 16,5 milioni di euro, con utili per 2,5 milioni di euro e una liquidità di cassa di 875 mila euro.

Il 2 per mille ha portato al partito un milione di euro. A questi si aggiungono i 7,2 milioni di contributi degli eletti di Camera, Senato e dei territori.

49 milioni Lega, il caso

Il processo sui fondi della Lega ha interessato i rimborsi elettorali ricevuti dalla Lega (al tempo Lega Nord) tra il 2008 e il 2010, che hanno fatto affluire nelle casse del partito circa 49 milioni. Secondo gli inquirenti, i fondi sono stati usati illecitamente dal fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, dall’ex tesoriere Francesco Belsito e da tre dipendenti del partito e due imprenditori per spese personali.

Il Tribunale di Genova ha  ordinato il sequestro dei fondi della Lega in relazione alla presunta truffa ai danni dello Stato il 4 settembre 2017. Nei conti del partito, però, vengono trovati solo 2 milioni di euro. A seguito della scoperta, la procura di Genova chiede di poter sequestrare anche le “somme future” fino a raggiungere la cifra di 49 milioni. Il Tribunale respinge la richiesta. La Procura a questo punto fa ricorso in Cassazione.

Il caso viene poi rinviato nuovamente al Tribunale del Riesame, che il 5 settembre 2018 accoglie il ricorso e conferma il sequestro dei fondi del partito. Matteo Salvini, presenta poi ricorso contro l’ordinanza del Riesame, ma il 9 novembre 2018 la Corte di Cassazione conferma la decisione del sequestro. Il 18 settembre arriva l’accordo con la Procura di Genova sulla restituzione “a rate”.

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