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Non più 10, ecco i 20 punti del programma che Di Maio ora pretende dal Pd per formare il governo

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Tutti i 20 punti del programma del M5S per il futuro governo con il Pd

Il leader del M5S al termine delle consultazioni con il premier incaricato Giuseppe Conte espone il programma che i pentastellati hanno presentato durante il colloquio, una sorta di carta d’intenti organizzata in 20 punti. Il programma è la conditio sine qua non per un accordo di governo con i dem, chiarisce Di Maio: “Oggi il Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, potrebbe dar vita a un altro Governo. Potrebbe dar vita a un Conte-bis. Uso il condizionale, perché in qualità di capo politico del Movimento 5 Stelle sono stato molto chiaro: o siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma, o non si va avanti, non è questo l’approccio del Movimento, non sono questi i nostri valori. Alcuni di questi li consideriamo imprescindibili: o entrano nel programma di Governo o non si parte “. Nel discorso Di Maio ne elenca undici mentre, nel documento presentato dovrebbero essere in tutto 20.

I 20 punti del programma del M5S

1. Taglio del numero dei parlamentari: “Chi ha fatto cadere il Governo credeva di poter evitare il taglio di 345 parlamentati della repubblica. Mancano due ore di lavoro in parlamento e diventa legge. Va approvato nel primo calendario della Camera alla ripresa dei lavori”.

2. Blocco dell’aumento Iva,che deve andare di pari passo con il sostegno alla natalità e al salario minimo: “Va bloccato e in legge di bilancio vanno approvati gli aiuti alle famiglie per il sostegno a nuove nascite”.

3. L’Ambiente: un nuovo Green New Deal che punta all’uso sulle fonti rinnovabili: “Chiudiamo le centrali a carbone entro il 2025”. Al posto di costruire nuovi inceneritori si dovranno dismettere quelli esistenti. È inoltre necessario bloccare le trivellazioni petrolifere, mentre per quanto riguarda il problema dello smaltimento dei rifiuti: la soluzione sarebbe “una legge contro l’obsolescenza programmata”, aggiunge.

4. La legge sul conflitto di interessi e la riforma del sistema radiotelevisivo.

5. La riforma della Giustizia. Di Maio vuole riprendere da dove aveva lasciato e fare in modo che venga approvata la Riforma della Giustizia che non era possibile approvare insieme alla Lega. si chiede un dimezzamento dei tempi della giustizia, una riforma dell’elezione del Consiglio superiore della Magistratura.

6. Autonomia differenziata: “Bisogna continuare a perseguire le legittime ambizioni e richieste di autonomia differenziata avanzate dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna”.

7. Legalità: carcere ai grandi evasori e lotta alle mafie e ai traffici illeciti. Serve una maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e un inasprimento delle pene per i reati finanziari. I decreti sicurezza non sono affatto rinnegati e la linea rimane quella della limitazione degli ingressi: “Crediamo che il problema dell’immigrazione sia un problema serio. Si punta a “una revisione totale del regolamento di Dublino. Subito dopo la nascita della nuova Commissione, chiederemo che si riconosca all’Italia una procedura d’emergenza per la redistribuzione dei migranti negli altri Paesi europei”. “Siamo stati lasciati soli in questi anni e abbiamo fatto da soli. Ora occorre che sia l’Europa ad occuparsene. E’ per queste ragioni che riteniamo non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza. Vanno assolutamente tenute in considerazione le autorevoli osservazioni del Capo dello Stato a quei decreti, ma senza volerne rivedere la ratio, ne’ tanto meno le linee di principio”, aggiunge.

8. Piano per il Sud. L’autonomia differenziata non deve lasciare indietro il Meridione ed è quindi necessario un piano straordinario di investimenti.

9. Una riforma del sistema bancario. Serve separare le banche di investimenti dalle banche commerciali.

10. Tutela dei beni comuni: in particolare della scuola pubblica e della sanità.

11. Serve poi la promozione di politiche di genere per superare la disparità retributiva tra uomini e donne.

12. Tutela dei minori: revisione del sistema degli affidi e delle adozioni.

13. Stop alla vendita di armi in paesi in stato di conflitto.

14. Investimenti: in infrastrutture, ambiente e cultura. La spesa pubblica per questi settori deve essere esclusa dal rispetto dei parametri di Maastricht.

15. Per i giovani si punta sull’innovazione digitale, e lo sviluppo delle imprese e delle eccellenze nostrane.

16. Riforma del sistema di reclutamento universitario e investimenti nella ricerca.

17. Più sicurezza sul lavoro e maggiori fondi e un testo unico per la gestione delle post emergenze.

18. Per quello che riguarda i servizi sanitari e socio-sanitari si auspica una riforma del percorso formativo medico che preveda una maggiore integrazione delle strutture ospedaliere con il territorio in cui si trovano.

19. Tutela degli animali

20. Sostegno al settore agricolo.

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