La videolettera di Riccardo Bocca: l’errore di San Patrignano, che non fa i conti col suo passato controverso
La videolettera di Riccardo Bocca: 7 gennaio 2021
Carissimi vertici di San Patrignano,
vi invio questa videolettera perché all’improvviso i riflettori si sono accesi sulla vostra comunità, dopo l’uscita e il successo della docuserie “Sanpa” sulla piattaforma televisiva Netflix.
O meglio: questo documentario ha illuminato ciò che era la comunità di San Patrignano quando la guidava il suo fondatore, Vincenzo Muccioli, e ha scandagliato in particolare la relazione tra le tante – tantissime – vite di giovani tossicodipendenti salvate e i metodi violenti – a volte molto violenti – utilizzati per gestire questi ragazzi.
Un’opera televisiva di grande impatto e ampiezza, dove l’obiettivo principale non è stato tanto quello di giudicare quanto piuttosto quello di comprendere, concedendo a ciascuno dei testimoni dell’epoca lo spazio necessario per esprimersi con affetto, sofferenza o anche distacco totale a seconda dei momenti e casi.
Un esempio di onestà giornalistica, quello messo in campo dall’ideatore Gianluca Neri e dalla sua squadra. Eppure la vostra reazione, cari vertici attuali di San Patrignano, è stata miope. Almeno quanto quella di Muccioli quando fu fagocitato dai demoni del proprio potere.
Avete definito il racconto di questa docuserie come “sommario e parziale”. Vi siete dissociati e avete parlato, senza giri di parole, di “tesi preconcette”. Che errore, che autogol, che replica stonata per difendere quello che è oggi San Patrignano.
Perché non è temendo il passato che si tutela il presente. Soprattutto quando quel passato – nella sua eccezionalità – è stato scomodo, stonato, contraddittorio e non per niente finito in tribunale.
Così facendo, cari vertici di San Patrignano, avete perso l’occasione per un confronto pubblico costruttivo sul tema delle dipendenze – che purtroppo non passa mai di moda – preferendo invece lo scontro fine a sé stesso. Un vero peccato e un triste fallimento mediatico.
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