La videolettera di Riccardo Bocca: caro Conte, per salvare il M5S non basterà il “populismo sano”. Serviranno i fatti
La videolettera di Riccardo Bocca: 4 marzo 2021
Carissimo Giuseppe Conte,
le invio questa videolettera perché, a un mese dalle sue dimissioni da presidente del Consiglio, lei torna in campo con la prospettiva di un ruolo importante e impegnativo, ovvero quello di leader del Movimento 5 Stelle.
Trattasi, è ben chiaro a tutti, di poltrona incandescente. E non soltanto per la difficoltà della missione che condivide con Beppe Grillo – cioè ridare forza, unità e visione all’organizzazione – ma anche per la necessità di recuperare sull’altro fronte fondamentale: quello della credibilità.
Tanti, in questi anni, sono stati i volti mostrati dal Movimento. Prima vaffa-urlando in piazza contro il Palazzo corrotto. Poi alleandosi con il barnum sovranista in un governo dal fiato corto. Poi, ancora, sposando laicamente il Partito democratico, che era nemico del passato. E infine entrando nel governo guidato da quelli che consideravate i peggiori di tutti: i tecnopotenti.
D’altronde lei pure, caro Conte, ha imparato presto l’arte di adeguarsi alle necessità. Senza spettinarsi è passato dalla liason gialloverde a quella giallorossa. E, mentre la pandemia opprimeva con il suo dramma il Paese, ha scalato i sondaggi con il suo stile anglo-pugliese.
Ora, però, la partita è un’altra: sempre immersa nell’emergenza pandemica, purtroppo, ma se possibile ancora più complessa. Da un lato, infatti, c’è la cascata da 209 miliardi che inonderà l’Italia, e dall’altro lato, invece, il ruolo che il Movimento 5 Stelle avrà in questa ripartenza tanto attesa.
Riuscirà la sua leadership a trasformare quello che adesso è un movimento politico straziato da faide interne, contraddizioni politiche e opacità strutturali in una forza solida, lucida, affidabile e non famelica dei denari in arrivo? Non basta, a questo punto, coniare slogan come “populismo sano”. Serviranno, molto presto, i fatti.
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