La videolettera di Riccardo Bocca: “Caro Signorini, fermati: il tuo Gf Vip ha abbattuto il muro della decenza”
La videolettera di Riccardo Bocca: 12 novembre 2020
Carissimo Alfonso Signorini, le invio questa videolettera perché lei si trova nel ruolo scomodo di conduttore del “Grande Fratello Vip”, il programma di Canale 5 che puntata dopo puntata sta tradendo il senso di decenza tanto necessario in questo periodo.
D’accordo: il trash è un genere televisivo che ha le sue regole e le sue croniche cadute di stile, che possono indignare oppure anche piacere a un certo tipo di pubblico. Oppure comunque basta un colpo secco di telecomando per cancellarle. Ma qui il tema è un altro: il problema è che è stato abbattuto il muro del suono del cattivo gusto.
Mi riferisco, tra i tanti episodi, a quando Paolo Brosio ha citato con una leggerezza sconcertante il campo di sterminio di Auschwitz. Oppure penso alle bestemmie uscite dalla bocca di Stefano Bettarini e Denis Dosio, o alle volgarità di Mario Balotelli sulla concorrente Dayane Mello. Oppure ancora alle parole violente indirizzate da Francesco Oppini a Flavia Vento, per le quali la sua stessa madre – Alba Parietti – ha chiesto di squalificarlo.
Non conta, caro Signorini, l’atteggiamento di censura che di volta in volta lei ha tenuto nei confronti di chi ha deragliato, e nemmeno importa il fatto che alcuni partecipanti al gioco siano stati espulsi. Conta invece la sostanza, cioè il precipizio umano e professionale nel quale è scivolato il suo show costantemente e insistentemente.
Una gimcana di sgradevolezze che non può essere giustificata né dal bisogno di far spettacolo, che ci guadagnerebbe assai da una diversa scelta di cast, né dal dovere di fare ascolti che è andato oltre ogni limite e sensibilità sociale.
Possibile, caro Signorini, che non se ne renda conto? Possibile che per lei il vantaggio professionale di condurre il Grande Fratello Vip sia tale da farle accettare la norma del “vale tutto sempre e comunque”? Soltanto lei può rispondere a questa domanda. Certo visto da fuori, questo telecirco è il simbolo di una decadenza stonata. Soprattutto in questi giorni difficili.
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