Vaccinare l’Italia non basta, il virus va sconfitto in tutto il mondo
"Pensiero laterale": la rubrica del vicedirettore di TPI, Stefano Mentana, ogni settimana in edicola su The Post Internazionale
Pochi giorni fa il premier italiano Mario Draghi ha fatto sapere che grazie ai vaccini la fine della pandemia di Covid-19 è in vista. Ma negli stessi giorni, l’esperto dell’Oms Bruce Aylward ha fatto sapere che la stessa pandemia si protrarrà per tutto il 2022. Al netto di nuove varianti e altri fattori imprevedibili che purtroppo hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza fin dall’inizio, questa apparente contraddizione ci fa capire che da questa emergenza il mondo non potrà uscire un pezzo per volta.
Dobbiamo infatti avere chiaro che Draghi parla riferendosi all’Italia e che, ad oggi, il vaccino è largamente diffuso solo in un’élite di Paesi, tra i quali figura anche il nostro. Se da noi, infatti, il siero è stato somministrato a oltre il 70 per cento della popolazione (compresi under 12 e altre categorie esentate), ben diversa è la situazione altrove: in Brasile i vaccinati sono circa la metà della popolazione, in Romania appena il 30 per cento, mentre in Sudafrica non arriva al 20. E questo senza contare che ci sono una serie di Paesi, quasi tutti africani, in cui meno di un abitante su cento ha ricevuto il vaccino.
Se pure quell’élite di Paesi di cui facciamo parte decidesse con sommo egoismo di fregarsene del resto del mondo, non farebbe nulla di utile non solo per gli altri, ma anche per i propri cittadini. Nella società odierna tutto il pianeta, connesso non solo dalla rete ma anche da tante altre forme di comunicazione e scambio, è come se fosse un unico spazio in cui tutti stiamo fronteggiando una pandemia dalla quale potremo uscire solo insieme.
Ed è così che mentre il vaccino riduce drasticamente, a casa nostra, la pericolosità del virus, nel pezzo di mondo dove stenta ad arrivare permette al virus di circolare indisturbato, e così facendo di replicarsi e produrre varianti potenzialmente più pericolose di quelle che abbiamo conosciuto. E le varianti possono essere più contagiose, più pericolose e più resistenti ad alcuni vaccini, fatto per cui rappresentano uno dei grandi nemici di tutti i tentativi e delle speranze di ritorno alla normalità.
Purtroppo da quando ci siamo trovati il Covid in casa abbiamo pensato troppe volte che il virus ci stesse salutando senza che fosse così, anche prima che arrivasse il vaccino. Abbiamo deciso di comportarci come nulla fosse semplicemente perché venivamo da un lungo lockdown o perché i casi erano drasticamente diminuiti, mettendo in piedi quella che si è rivelata una falsa normalità. E se oggi nell’élite di Paesi di cui facciamo parte riuscissimo a rendere innocuo il virus, come potremmo progettare e mettere in campo il mondo che verrà se un pezzo del pianeta sta ancora fronteggiando la pandemia? Da questa pandemia si esce solamente se il virus lo sconfiggiamo tutti insieme, da soli possiamo solamente illuderci.