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Secondo Trump la Corte suprema ha abolito l’aborto “in nome di Dio”: è nata la Repubblica teocratica degli Stati Uniti? (di R. Cristiano)

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È nata la Repubblica teocratica degli Stati Uniti? Non ancora, perché Trump non è più presidente, o almeno non in carica, ma la sua lettura della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che abroga quella che molti anni fa riconobbe il diritto di scelta della partoriente a non portare a termine la gravidanza è chiara: “Dio ha deciso”.

Dunque i giudici della Corte Suprema, da lui nominati, hanno a suo avviso emesso un verdetto religioso, una fatwa, che fa rispettare i diritti di Dio. Per Trump dunque, come per Khomeini, il potere esecutivo deve essere sottoposto al volere divino, farne rispettare leggi e disposizioni, in modo che l’umanità sia salva dal male. Infatti Trump parla di ripristino di diritti che dovevano essere rispettati già da tanti anni. E di quali diritti parla se non di quelli, presunti, di Dio?

Sulla banconota statunitense c’è scritto, come tutti sanno, “in God we trust”, crediamo in Dio. Dunque la nazione benedetta da Dio, secondo loro, che mai era andata oltre questa supposizione di benedizione, ora vuole attuarla, metterla in pratica. Siamo a Khomeini in chiave cristiano-nordamericana. Cosa farà infatti chi vuol far rispettare i diritti di Dio e la volontà di Dio? Combatte chi non li rispetta e non la attua. È infondo anche quello che invoca il patriarca russo Kirill quando definisce quella in corso in Ucraina una guerra metafisica. Cioè una guerra tra il bene e il male, una guerra metafisica nel senso che determina dove saremo nel giorno del giudizio finale: alla destra o alla sinistra del Padre? È esattamente quello che disse Kirill nella sua famosa omelia all’inizio della guerra.

Dunque possiamo vedere nell’Iran e la sua ideologia fondata sull’esportazione della rivoluzione islamica, nella Russia e la sua ideologia di imposizione del mondo russo su tutto quel mondo, inclusa l’Ucraina, contro la lascivia occidentale, e nel trumpismo, i tre volti della nuova visione teocratica che investe il mondo per dividerlo tra figli della Luce e figli delle Tenebre.

Questa nuova Santa Alleanza per dividere il mondo ci ricorda che convocando la prima crociata la frase prescelta fu “Dio lo vuole” (Deus vult). Dall’altra parte intorno a chi ci si può unire? Il mondo non teocratico, quello che crede nella democrazia e nei diritti dell’uomo, oggi ha pochi leader, papa Francesco in primis e lo considera un’autorità morale. Per due motivi: Francesco non crede nel proselitismo, ma nella testimonianza. Il secondo: Francesco non antepone la Verità alla Misericordia, mai.

Con lui quindi non ci viene proposta uniformità, ma incontro. Ovviamente non è e non potrebbe essere relativista, ma è pluralista. Riconosce le nostre diversità come ricchezza, parte del progetto di Dio. Difende la vita non come ideologia, nega che il problema sia religioso, lo definisce “umano”. Per tale lo pone. Nel comunicato della Pontificia Accademia per la Vita, si legge che difendere la vita parte dal garantire per chi genera un’adeguata educazione sessuale, la possibilità di curare il bambino anche in mancanza di mezzi economici, di garantirgli adeguate alimentazione e istruzione, o il diritto ad una certa adozione dignitosa in caso di tante altre difficoltà genitoriali.

Ma Francesco non ci salva solo da una difesa della vita trasformata in ideologia, ci salva soprattutto da visioni teocratiche, da un’apocalittica divisione in figli del Bene e figli del Male. Fratelli tutti, come insegna la sua enciclica. Altrimenti avremo davanti a noi solo la scelta di una guerra totale, nella quale definirci ogni volta figli di Dio o figli di Satana: tutti.

 

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