Tri lo dico e Tri lo nego: quando la crociata contro la casta finisce nel Tridicolo
Tri lo dico e Tri lo nego
Il “caso Tridico” – detto “Duplico” perché gli hanno raddoppiato lo stipendio, ma anche “Triplico” perché, forse, l’aumento era pure retroattivo – può essere contemplato da tre punti vista: uno divino, uno terreno e uno simbolico.
Il punto di vista divino riguarda Salvini. Il “Capitano” è infatti prossimo al naufragio per tre motivi 1) il governo gli smonta Quota 100 e i Decreti SicuRazza, 2) Giorgetti gli smonta la politica estera proponendo di scaricare i sovranisti, 3) i giudici gli smonteranno lo show dei “respingimenti”, processandolo per sequestro di persona. In una situazione del genere ci saremmo aspettati da Salvini un sventolio di rosari, un appello ai sei santi patroni d’Europa, un viaggio a Medjugorje, invece il cuore immacolato di Maria gli ha inviato il professor Tridico offrendogli un ottimo salvagente a cui aggrapparsi a mani giunte sino al processo.
Ciò spiega perché, sotto il peso dell’inchiesta sui quattrini della Filmcommission lombarda, del Russiagate e dei #49milioni di euro, il Capitano si sia gettato come uno squalo sullo stipendio di Tridico, che è già diventato, dopo, i rom, gli immigrati , le zecche, i neri e i centri sociali, l’ultimo bersaglio di Salvini, che il 26 settembre ha tuonato: “Il presidente dell’Inps che da mesi non paga la cassa integrazione a milioni di lavoratori, si raddoppia lo stipendio”. (1)
Da un punto di vista terreno il caso Tridico consente di constatare che anche per Confindustria, specie per quella in versione acida di Bonomi, la vendetta è un piatto che si gusta freddo.
Interrogato sui ritardi della cassa integrazione per il periodo Covid, Tridico disse : “Stiamo sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo. Per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena”.
“Affermazioni umilianti e divisive –disse (a RiminiNews) il presidente dell’associazione di industriali romagnola, Paolo Maggioli – l’esatto opposto dello spirito di coesione invocato di recente dal Presidente Mattarella e dai più alti esponenti del Governo. Sono parole ancora più gravi perché dette da un’autorità che ricopre un incarico pubblico e guida un’istituzione in prima linea in questa emergenza”.
Ieri il Sole24ore ha calato la spada, mobilitando una delle sue firme migliori, Guido Gentili, con un articolo affilato come una ghigliottina. “A volte la realtà supera la fantasia – ha scritto Gentili – il caso – portato alla luce da Repubblica – dello stipendio raddoppiato del presidente Inps, Pasquale… scrive una pagina nera della gestione della cosa pubblica in uno dei momenti più difficili della storia italiana, in piena emergenza Covid….
“E non è in discussione il fatto che 62 mila euro (il predecessore Tito Boeri ne guadagnava 103 mila) possono essere pochi a fronte di un incarico come timoniere di un gigante come l’Inps. Colpisce piuttosto la scelta del momento per una simile, sciagurata operazione. In piena emergenza Covid, mentre il Paese annaspa in un mare di cassa integrazione e con tanti lavoratori ancora in attesa e l’Inps ne dovrebbe saper qualcosa. Un blitz agostano come nelle peggiori occasioni dei premi alla famigerata vecchia casta….”
Da un punto di vista simbolico Tridico è candidato a sperimentare sulla sua pelle l’unico rimpasto e il primo taglio di personale del dopo-referendum. Forse il momento scelto per raddoppiare il suo stipendio (esiguo) non era il più opportuno, sicuramente non avrebbe dovuto porre un problema di trasparenza, ma a ben vedere il compenso di #Triplico è davvero l’ultimo degli sprechi di quella che viene additata (anche da Confindustria) come la Nuova Casta.
Basti pensare al compenso di Rocco Casalino, il Grande Fratello del Premier, che pur avendo responsabilità ridicole rispetto a quelle di Tridico è, da sempre sempre, pagato molto di più. Basti pensare ai 9 consulenti dello “Staff” di Di Maio assunti, come se il Ministero degli Esteri non avesse avuto, da sempre, funzionari più che scafati. Assomigliano assai a 9 bodyguards ingaggiati per proteggere il ministro dalle sue incertezze geografiche e lessicali. Uno che pensava che Pinochet fosse il dittatore del Venezuela e proponeva Maduro come mediatore fra le fazioni libiche, va sicuramente protetto, ma ancora di più va protetto il ministero degli Esteri. Per non parlare del suo viceministro, quel Di Stefano che, dopo l’esplosione di Beirut, esprimeva solidarietà ai tutti i “Libici”, che per assonanza, sono da considerarsi cittadini del Libano.
Fra gli esponenti del Grillismo, il prof Tridico è sicuramente uno dei più competenti e sicuramente il meno doloso (2) ma oggi il suo sacrificio serve a coprire i veri danni collaterali della Nuova Casta – dal disastro di Quota 100 al fallimento del reddito di cittadinanza, dall’insipienza della nostra politica estera al ritardo criminale (e tutto ideologico) nell’accettare i fondi MES.
Quando Kara Mustafà, il vizir turco che nel 1683 assediò Vienna con 200mila uomini, fu battuto da un blitz della cavalleria polacca, gli arrivò, da Istanbul, cioè dal Sultano, un messaggero a cavallo che portava un cuscino di velluto: sorreggeva un nastro di seta con l’invito a farsi strangolare da un famiglio. Le dichiarazioni di Di Maio – “Chiederò chiarimenti ” – e di Conte – “ Non ne so nulla “ – dicono che il nastro per Tridico è già stato spedito.
(1) Commovente anche Forza Italia: il partito che piazzò Nicole Minetti in Regione si accoda a Salvini nel chiedere le dimissioni di Tridico.
(2) il suo curriculum è di tutto rispetto