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Home » Opinioni

Tommaso Zorzi e il duetto con Giorgia Meloni: occasione persa di dare voce alla comunità LGBT

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Immaginate di essere l’influencer italiano nonché il personaggio televisivo del momento; di aver fatto dell’impegno per i diritti della comunità LGBT uno dei vostri cavalli di battaglia; di essere fresco dell’esperienza in un reality in cui vi siete spesso espressi in maniera netta contro ogni forma di discriminazione. Ecco, ora chiudete gli occhi: siete al Maurizio Costanzo Show e seduta poco distante da voi c’è Giorgia Meloni. Sì proprio lei, la pasionaria del centro-destra nota, tra le altre cose, per il suo ostracismo al disegno di legge Zan contro l’omotransfobia e le violenze di genere e per la contrarietà alle adozioni gay. Continuate a visualizzare la scena: arriva il vostro momento, avete l’opportunità di fare una domanda. E come ve la giocate? Le chiedete cosa pensa della proposta di estendere il diritto di voto agli over 16. Fermi tutti, c’è stato un errore, devo essermi distratto, questa si taglia e si rifà, direte. Ah beh, potrete anche farlo nella vostra immaginazione ma vi assicuro che nel mondo reale ormai è fatta.

È andata proprio così. Anzi, pure peggio. Perché prima che l’influencer ponesse l’arguta domanda, c’è stato un imbarazzante siparietto in cui la Meloni si è scherzosamente scusata per non avergli inviato a suo tempo un mazzo di fiori. Per quale motivo? Come ringraziamento per aver trasformato in una hit da milioni di visualizzazioni il suo discorso pronunciato nel 2019 durante la manifestazione dell’orgoglio italiano in piazza San Giovanni a Roma. Peccato che il remix “Io sono Giorgia” fosse nato, almeno così ci era stato fatto intendere da suoi ideatori, per dissacrare e ridicolizzare i contenuti di quel manifesto. Già allora qualcuno aveva storto il naso perché il rischio era ottenere l’esatto effetto contrario: normalizzare e rendere simpatico il contenuto che si voleva irridere. Prova ne è il fatto che sia stato così apprezzato dalla stessa protagonista che anche ieri sera non ha perso occasione per rimarcarlo. Solo che Tommaso invece che dirle una cosa tipo “Bhè Giorgia quella era una presa in giro, tu in quel discorso dicevi di non credere in uno Stato che si occupa del desiderio di un omosessuale di adottare un bambino”. Niente di tutto ciò. Il buon Tommy ha sfoderato un sorriso a 32 denti che avrebbe fatto impallidire la sua ex coinquilina Maria Teresa Ruta e, incoraggiato dal dottor Costanzo, ha accennato un pezzo del tormentone meloniano. E giù di risate e applausi.

Poi la chiacchierata con la Meloni prosegue, i giornalisti pongono le loro domande. Si parla di Europa, di teatri chiusi, di Draghi, di Conte. E tu sei lì incredulo a chiederti se, anche in virtù della presenza di un rappresentante del mondo LGBT, qualcuno farà questa benedetta domanda. Sembra la scena di Johnny Stecchino in cui lo zio elenca le piaghe che affliggono Palermo. Tu aspetti che parli della mafia e invece si disserta di traffico e siccità. Finché a chiudere il “momento Meloni” arriva il dottor Costanzo. E allora diventa chiaro che in scaletta il compito scomodo di fare LA domanda fosse stato assegnato al padrone di casa. Costanzo, facendo riferimento alla recente aggressione subita da una coppia omosessuale in metropolitana a Roma, rivolge un appello alla leader di Fratelli di Italia: “Non è tollerabile che accada questo. È il momento di fare questa legge contro l’omofobia”.

Meloni allora torna a ribadire che per il suo partito non si tratta di una legge necessaria: “La violenza e la discriminazione – spiega – nel nostro ordinamento sono già punite. Chi ha compiuto quel gesto deve avere una pena esemplare. Cosa diversa è utilizzare questo argomento, che condivido, per fare altro”. E a quel punto la brusca virata: “Una cosa è dire che combattiamo contro la violenza, un’altra è dire andiamo dai ragazzini di 7 anni alle scuole elementari a fargli scambiare i vestiti per spiegare cosa sia l’omosessualità”. Peccato che ovviamente la legge Zan non obblighi i bambini a travestirsi e scambiarsi gli abiti. E ancor più peccato che nessuno lo abbia fatto presente.

Eppure Tommaso quella proposta di legge la conosce bene e in più di un’occasione ne è stato convinto sostenitore. Solo pochi giorni prima, nel commentare la notizia del pestaggio a Roma, avesse scritto: “Se subisci un’aggressione omofoba, qualcuno deve pagare” con tanto di hashtag #leggezan.

E questo è solo il caso più recente, il 25enne milanese non ha mai fatto mistero delle proprie idee, schierandosi anche in maniera netta, a costo di farsi dei nemici. Lo sanno bene Mauro Coruzzi, alias Platinette, contro il quale si è scagliato in più di una occasione per la sua opposizione alle unioni civili e alla questione delle adozioni. E non è stata risparmiata nemmeno la showgirl Lorella Cuccarini per essersi dichiarata contraria all’adozione per le coppie gay. “Ultimamente la Cuccarini mi sta proprio sul ca… una stronza – aveva detto Tommaso ai suoi coinquilini -. Si è espressa 150 volte contro i diritti gay quando non c’è un etero che abbia mai ballato “La Notte Vola” (…) Stai zitta, ma taci”. Insomma, uno che non le manda(va) a dire. O forse proprio uno che le manda a dire, ma cambia registro quando ha davanti i diretti interessati?

Per questo non è difficile comprendere perché alla sua partecipazione al MCS siano seguite, oltre all’ormai rituale marea di lodi per l’ennesimo exlpoit dell’acclamato astro nascente della tv italiana, anche numerose critiche da parte di chi si è detto deluso nel vedere chi per anni è stato paladino dei diritti delle minoranze sessuali duettare allegramente con una delle principali antagoniste della battaglia LGBT. Nessuno si aspettava un duello armato, ma magari manco i tarallucci e vino.

Polemiche alle quali l’indomani Zorzi ha risposto così dal suo profilo Instagram: “Mi sveglio e vedo che sono tra le tendenze di Twitter e dico: ‘Cosa avrò mai fatto?’. C’è una parte di gente che si aspettava che io da Costanzo facessi il pollaio riguardo la legge Zan con Giorgia Meloni. Ora… la mia prima volta al Costanzo Show e io sinceramente ho un rispetto talmente tanto grande per la sua trasmissione che mai mi sarei permesso di andare lì a litigare, a parte che non è il mio stile in generale e forse stavate guardando il programma sbagliato se volevate vedere il pollaio. È un argomento che sapevo già avrebbe affrontato Maurizio Costanzo perché la domanda gliel’ha fatta. Mi fa morire come ogni volta diciate che la televisione è troppo trash e poi quando non lo è vi lamentate che non si fa il pollaio. Detto questo ieri il Costanzo ha fatto record assoluto di ascolti con il 14 per cento”.

Capito? Il programma ha fatto il record. Poco importa che il tema che più ti dovrebbe stare a cuore sia stato trattato con fretta e imprecisione, senza che tu ti sia sentito di proferire verbo. D’altronde se al momento di distribuire le domande a te è capitata quella sul voto ai 16enni che ci si può fare? Poteva andare peggio, poteva capitare quella sugli egizi o sulla tettonica a zolle, dai, sarà per la prossima volta.

Però, Tommaso, mi resta oscuro il motivo per cui porre la domanda che tutti si aspettavano da te, o quantomeno intervenire nella discussione, sarebbe equivalso a fare “il pollaio”. Da quando esprimere garbatamente un’opinione (e classe ed eloquio non ti mancano) significa fare tv trash? Hai scelto di non parlare? Ok, ma non può essere lesa maestà pensare che tu ti sia già ammorbidito per allargare la tua platea.

Qualcuno in queste ore ha anche tirato in causa il tuo ex, Iconize, finto alla ribalta qualche tempo fa per aver subito un’aggressione omofoba in seguito alla quale è stato spesso ospite di salotti televisivi per denunciare le discriminazioni contro gli omosessuali. Aggressione rivelatasi poi un falso clamoroso creato a tavolino con relativa figuraccia globale. L’accusa in quel caso era stata proprio di aver usato un tema tanto delicato, e che tante persone realmente vivono sulla propria pelle, per arrivare alla ribalta televisiva e aumentare i followers. Ora non voglio pensare che ci siano necessariamente delle analogie e che tu abbia cavalcato un tema per raggiungere la popolarità. Ti ho seguito attentamente nella Casa e, come tanti spettatori, ho avvertito sincerità e intelligenza nelle tue parole. Ho apprezzato il tuo impegno per far passare un messaggio di civiltà e rispetto per il mondo omosessuale affrancandoti da quel cliché stucchevole del gay che a lungo ci è stato propinato nei reality (citofonare Malgioglio e Signorini). Diciamo però che dopo ieri sera e dopo le giustificazioni addotte ci vuole un piccolo atto di fede. Quello di credere che Tommaso Zorzi di oggi sia lo stesso che nell’estate 2020 si rivolgeva così a Platinette per aver definito una “pu**anata” proprio la legge contro l’omofobia, accusando gli omosessuali di fare del vittimismo:

“Prendendo questa posizione, che sicuramente è meno comoda di quella che prendi tu per ovvi motivi, io magari lavorerò meno o farò più fatica a fare un percorso televisivo – diceva su Instagram -. Però io ho una cosa caro Mauro che tu non hai e che non avrai mai: l’integrità morale e la dignità e sinceramente non farei a cambio. Mi fai inca**are. Come fai a chiamarlo vittimismo, io sono stato preso in giro… poi io sono privilegiato, rappresento lo 0’001 per cento della popolazione, potrei fo**ermene, stare a casa mia, spendere soldi, e farmi i ca**i miei, ma non ho voglia, perché so cosa significa. Su queste cose sono troppo emotivamente coinvolto e non riesco a rimanere imparziale, credetemi sono proprio pugnalate”.

Sì Tommaso, voglio crederti e sperare che ora non sia tu a scegliere il “percorso più comodo” e che se l’altra sera sei rimasto in silenzio, perdendo una preziosa occasione per dare voce a chi non ne ha, non ne perderai altre in futuro.

Leggi anche: Legge contro l’omotransfobia, femministe contrarie: “Terminologia inadeguata”

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