Nuova tassa su merendine e bibite gassate? Giusto, finalmente si torna a parlare di politica
È il tempo di scegliere fra alternative di valore, non di vivacchiare. Se Salvini vuole difendere i profitti di Coca Cola invece che la formazione dei nostri figli, è liberissimo di farlo. Poi, però, dovrà trovare la forza di spiegarlo agli elettori. E non sarà così facile
Tassa su merendine e bibite gassate: perché è giusta
Ecco un bellissimo esempio di cosa distingue la sinistra dalla destra, di cosa divide, di cosa lacera le coscienze di questo paese – ma in positivo – di cosa segna un modo diverso di osservare e valutare le cose aprendo un dibattito utile: una tassa di scopo. È giusto tassare le bibite zuccherate e le merendine ad alto contribuito zuccherino che in tutto il mondo sono la causa prima dell’obesità giovanile, per investire sulla scuola, sui professori, sul futuro del paese? Io credo che la risposta sia indubitabilmente sì.
È giusto aumentare gli stipendi di chi insegna, quando il problema dell’Italia è formare? Io credo proprio di sì. È giusto consentire alle madri di lavorare, garantendo loro il diritto alla scuola? È giusto abbattere il costo del superticket sulla Sanità? Alzi la mano chi è contro. Ovviamente tutte queste scelte hanno un costo, e bisogna scegliere come pagarlo.
Il dibattito che si apre adesso sulla ipotesi di questa imposta di scopo tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini è un caso di scuola: è giusto urlare contro una “tassa iniqua” o è meglio avere gli asili gratis? Per quel che mi riguarda non c’è ombra di dubbio. Gli asili sono l’unico progetto sensato per salvare la natalità, sono una scommessa, sono un punto di svolta.
Se mio figlio paga un litro di Coca cola, che gli fa male, 5 centesimi in più, non posso che essere felice. Quindi questo dibattito è sano perché riporta la politica al confronto sui temi, alle alternative di valore, e perché ci porta a scegliere. A dire che idea del mondo abbiamo, a investire sul futuro.
Se Alitalia e le compagnie che piangono miseria in modo ridicolo in queste ore per una ipotesi di prelievo di un euro a volo e protestano (con che faccia, visto le tariffe e il servizio che offrono) sono contento.
Se Matteo Salvini fa finta di dimenticare che la proposta del ministro Lorenzo Fioramonti era già sul tavolo quando lui era al governo con la Lega (e aveva detto, proprio in una intervista al sottoscritto: “O passa questo investimento sulla scuola o mi dimetto”) sono felice.
È il tempo di discutere e di scegliere fra alternative di valore, non di vivacchiare. Se Salvini vuole difendere i profitti di Coca Cola company invece che la formazione dei nostri figli è liberissimo di farlo. Poi, però, dovrà trovare la forza di spiegarlo agli elettori, e non sarà così facile. Anche perché i veri padani bevono vino e birra, non la Fanta e la Sprite. I padani, come tutti gli italiani, prediligono il sanissimo panino con il prosciutto, o con la mortadella, non la merendina farcita alla crema.
Salvini pensa di poggiare i piedi sul senso comune e per la prima volta non si rende conto che sta dando per scontato il consenso degli italiani a una posizione che non è maggioritaria. Ma soprattutto: per la prima volta, forse, non si accorge che il problema della sua posizione non è che sia di destra o di sinistra. Il punto è che è semplicemente vecchia. Mentre l’ipotesi di Fioramonti, Conte e del governo giallorosso – non a caso criticata oggi da Matteo Renzi, che è culturalmente di destra – ha un pregio che va oltre le identità, oltre le gabbie di appartenenze: è moderna. Perché non è la domanda del passato, ma del futuro.