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La vergognosa assenza del Governo Meloni alla cerimonia per la strage di Sant’Anna di Stazzema

Immagine di copertina
Credit: AGF

Con mia moglie Rosalba e il procuratore militare generale Marco De Paolis domenica 12 agosto sono salito a Sant’Anna di Stazzema, il borgo collinare in Versilia dove il 12 agosto 1944 – ottant’anni fa esatti – si consumò una delle più crudeli stragi di civili innocenti per mano dei soldati nazisti, le SS della XVIesima Panzerdivision Reichsfuehrer “Heinrich Himmler”.

Oltre 450 civili innocenti – la cifra è incerta, furono meno di 400 le vittime identificate – vennero crudelmente massacrate a colpi di fucile, con raffiche di mitragliatrici, e lanci di bombe a mano, uomini, donne e bambini (la più piccola, Anna Pardini aveva appena 20 giorni) bruciati vivi dai lanciafiamme come animali feroci.

Con mia enorme indignazione ho scoperto che nessun rappresentante del Governo Meloni era intervenuto alla commemorazione. Nessuno, proprio nessuno, a parte il prefetto di Lucca, la signora Scaduto, presente per dovere istituzionale.

Mi sono vergognato per il Governo assente ma non mi sono sorpreso. Me lo aspettavo. Con che faccia un Governo dichiaratamente di ultradestra e un partito zeppo nei suoi quadri dirigenti di nostalgici del fascismo (per non parlare della base) si sarebbe presentato a commemorare quella strage la cui matrice non è mai stata in dubbio, lo dico a scanso di equivoci pelosi.

Sulla piazza della chiesa della frazione di Sant’Anna, quella mattina di 80 anni fa, 140 fra anziani, vecchi e bambini, col parroco della frazione di Farnocchia, don Innocenzo Lazzeri, vennero abbattuti a raffiche di mitraglia dai soldati della Terza compagnia comandati dal tenente Gerhard Sommer.

I loro corpi furono dati alle fiamme accese con il legno delle panche della chiesa e quindi frettolosamente sepolti nell’illusione di coprire il massacro. Un modus operandi che ricorda sinistramente la strage in corso nella Striscia di Gaza per mano dell’esercito israeliano che dà la caccia agli assassini di Hamas senza curarsi di uccidere migliaia di civili palestinesi innocenti.

Nella loro orrenda operazione di pulizia etnica, i soldati delle SS furono assistiti da fascisti versiliesi che risalirono con loro, nottetempo, le pendici delle scoscese colline, indicando ai carnefici in uniforme il cammino fra i boschi.

Nessuno di costoro venne mai identificato e dunque neppure punito. Dieci ex militari colpevoli della strage viceversa vennero processati e condannati all’ergastolo nel 2004 dal tribunale militare di La Spezia, sentenza confermata nel 2009 dalla Corte di Cassazione e purtroppo non riconosciuta dalla magistratura tedesca di Stoccarda, che nel 2012 stabilì che non era stato possibile accertare le responsabilità individuali nel massacro. Non è così.

Grazie allo storico Carlo Gentile e al giornalista tedesco Udo Gumpel, la vicenda di Sant’Anna venne riportata all’attenzione del mondo. L’allora procuratore militare di La Spezia, Marco De Paolis (oggi al vertice della magistratura militare) consultando minuziosamente gli archivi militari tedeschi con l’aiuto del nucleo dei carabinieri bilingui guidati dal colonnello d’Elia, rilevò i nomi dei militari presenti a Sant’Anna quella lontana mattina.

Interrogando i pochi superstiti della strage e i loro congiunti, De Paolis riuscì ad individuare i responsabili materiali della carneficina e a portarli a giudizio.

Fu una straordinaria vicenda politico-storico-giudiziaria che in qualche modo riscattò la vergogna dell’armadio della vergogna, in cui quasi 700 files relativi alle stragi nazifasciste compiute in Italia durante l’occupazione tedesca, erano stati scientemente occultati in nome della rinnovata amicizia con la nuova Germania e soprattutto onde evitare che i crimini commessi dai militari italiani del Regio Esercito venissero perseguiti nei Balcani, dove anche i militari italiani si macchiarono di efferate crudeltà ai danni delle popolazioni civili estranee alla guerra.

Tardivamente, ma con assoluta certezza giuridica, venne resa giustizia alle vittime di Sant’Anna di Stazzema, ai pochi superstiti e ai loro cari. Nessuno dei militari condannati conobbe il carcere (la Germania non concede l’estradizione dei suoi cittadini e oggi sono tutti scomparsi).

L’operazione di sterminio dei civili a Sant’Anna era stata decisa per terrorizzare la popolazione di quella sperduta località dove peraltro avevano trovato rifugio molte famiglie del litorale versiliese, convinte di essersi messe al riparo dai rastrellamenti tedeschi.

Nessuna presenza di partigiani era stata segnalata nella zona da diversi giorni eppure quella strage venne condotta fino in fondo e senza scrupoli.

Bene ha fatto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio, a ricordare la complicità dei fascisti nell’appoggiare e favorire i nazisti nel realizzare il massacro dei civili nelle diverse frazioni del comune di Stazzema.

Male viceversa ha fatto il Governo a non inviare nessun rappresentante ufficiale, neppure un sottosegretario di seconda fila, alla commemorazione svoltasi oggi al cospetto di qualche migliaia di persone. È l’ennesima prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, della volontà dell’esecutivo Meloni di stendere il velo dell’oblio sulla stagione più tragica del Novecento italiano e attraverso il silenzio imposto alle istituzioni repubblicane, tentare di riabilitare l’infame operato dei fascisti della Repubblica di Salò, servi e complici dei carnefici nazisti.

Si calcola che i nazifascisti abbiamo trucidato circa 25mila civili durante i 20 mesi dell’occupazione militare dell’Italia del Nord.

A fine settembre si terrà la commemorazione dell’ottantesimo anniversario della strage di Marzabotto Monte Sole (Bologna) in cui i soldati del maggiore Walter Reder (condannato nel 1951) uccisero quasi 800 residenti di quella zona dell’Appennino bolognese.

Il procuratore De Paolis aveva istruito a La Spezia anche il processo a carico di alcuni dei soldati responsabili di questa strage (e in verità di molte altre) ottenendo la loro condanna.

Alla cerimonia per Marzabotto prenderanno parte il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica Federale tedesca, Franz-Walter Steinmaier. Sono curioso di scoprire cosa si inventerà Giorgia Meloni per disertare in forma ufficiale anche quella commemorazione.

Semmai decidesse di intervenire – cosa che mi sentirei di escludere – con quale coraggio lei o chi la rappresentasse parlerebbe in difesa dei valori della Resistenza della Repubblica e della Costituzione esecrando i crimini commessi da fascisti e nazisti

Si può in politica mascherarsi nascondendo i propri autentici sentimenti, le proprie idee e inclinazioni, tuttavia alla lunga quello che veramente si è dentro, nel profondo delle proprie convinzioni, è destinato a venire a galla. Inesorabilmente.

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