Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:07
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

La storia e quel difficile equilibrio tra ricordare e dimenticare

Immagine di copertina

La damnatio memoriae, la pena che nell’antica Roma era riservata soprattutto a nemici e traditori e che consisteva nel rimuoverne ogni memoria dell’esistenza del condannato, ha un aspetto particolarmente cinico: la prima cosa a non essere tramandata da una sua applicazione perfetta sarebbe proprio l’efficacia di tale pena.

Di persone condannate alla damnatio memoriae sono pieni i libri: spesso, dopo un’iniziale cancellazione (testimoniata anche da iscrizioni rimosse e opere d’arte scalpellate), il condannato è stato spesso riabilitato dopo la morte o la pena non ha avuto un’attuazione ferrea, e le gesta del malcapitato sono arrivate ugualmente ai nostri giorni. Tuttavia, di fronte all’ipotesi di una perfetta applicazione di questa pena e dell’assenza di revisioni o atti di clemenza successivi, non potremmo avere testimonianza dell’esistenza di una determinata persona né delle sue opere o delle sue gesta. E con essa, nemmeno della sua condanna alla damnatio memoriae e della sua perfetta applicazione.

Il cinico paradosso mostra tuttavia uno degli aspetti più importanti degli antichi romani, ovvero una visione universale e proiettata a un futuro distante, che deve passare anche dalla storia e dalla memoria intese principalmente come celebrazione e tagliava fuori chi non ne era degno. Un aspetto che ha senz’altro dato un impulso molto importante al concetto di memoria storica, e che è testimoniato da targhe e monumenti di ogni epoca che vediamo in città e paesini in giro per tutto il mondo.

L’importanza della memoria, tuttavia, si muove anche in senso opposto a come i romani concepivano la damnatio memoriae: oggi non ci sogneremmo mai di cancellare ogni traccia dell’esistenza dei personaggi più negativi del passato recente, e cerchiamo di contestualizzarli nel modo migliore possibile perché proprio studiando la storia che ha portato a episodi così negativi si possono porre le basi per evitare che ciò possa ripetersi. Un passaggio, questo, che necessita un lavoro di memoria e non può passare per drastiche rimozioni di persone e fatti che, anche se nel male, hanno scritto la storia.

Ma la memoria non è solo la difficoltà di dimenticare, ma anche quella di ricordare. Quando una persona meritevole ci lascia e viene negli anni successivi ricordata con targhe e monumenti, le polemiche sulla qualità della statua, la somiglianza del busto, l’aderenza al pensiero della scritta sulla targa o l’adeguatezza della strada dedicata, sono cose all’ordine del giorno. Ed è normale: quando si tratta di ricordare una persona di cui abbiamo una memoria diretta, è del tutto naturale che ognuno si concentri su un aspetto specifico del carattere o del suo operato, soprattutto se ne abbiamo un ricordo positivo. Ma i memoriali, che siano targhe o monumenti, non possono essere pensati per la semplice cronaca, ma devono guardare lontano e lasciare traccia di un pensiero o di opere per millenni: condensare tutto in un solo artefatto non è mai facile, e rischierebbe di diventare solo un busto in mezzo a tanti.

Ti potrebbe interessare
Cultura / GPO: l'uomo che incontrava Einstein ogni mattina alla fermata del tram (di S. Gambino)
Opinioni / La nuova Internazionale della Destra (di Giulio Gambino)
Opinioni / Il martirio di Gaza tra allarme genocidio e pulizia etnica (di F. Bascone)
Ti potrebbe interessare
Cultura / GPO: l'uomo che incontrava Einstein ogni mattina alla fermata del tram (di S. Gambino)
Opinioni / La nuova Internazionale della Destra (di Giulio Gambino)
Opinioni / Il martirio di Gaza tra allarme genocidio e pulizia etnica (di F. Bascone)
Opinioni / Come ti smonto le 5 obiezioni allo Ius Scholae (di S. Arduini)
Opinioni / Il paradosso di X e perché i social non sono interscambiabili (di S. Mentana)
Opinioni / Perché il nucleare è necessario (di Stefano Monti)
Opinioni / Ma il futuro è solo delle rinnovabili (di Gianni Silvestrini)
Opinioni / Le sfide del nuovo nucleare (di Giulio Gambino)
Opinioni / È ora di combattere contro i nazionalismi che mettono in pericolo l’Europa (di N. Zingaretti)
Opinioni / La grande sfida di Trump all’Unione europea (di Ignazio Marino)