Pd, a sostenere Draghi al Quirinale sono rimasti solo Letta, Zingaretti e Guerini
Bettini, Conte e D’Alema vogliono sbarrare il passo a Mario Draghi. Letta, Zingaretti e Guerini vogliono invece farlo arrivare al Quirinale. Questo, in sintesi, quanto sta accadendo all’interno del Partito democratico e più in generale nel centrosinistra dove già si prevedono vincitori e vinti, sommersi e salvati e dopo le elezioni del Quirinale, qualunque sia il risultato, ci sarà l’inevitabile resa dei conti. Ma andiamo con ordine. Enrico Letta non può dirlo ai quattro venti, perché ha mezzo Pd che non vuole più Draghi al Colle. Ma è l’ex banchiere europeo, l’uomo che difese l’euro appena qualche anno fa, il vero candidato al Quirinale del segretario del Pd. E in questa sua strategia può contare su pochi alleati. Il primo è Nicola Zingaretti, l’ex segretario che si è dimesso in polemica con le correnti piddine. Letta ha mantenuto un ottimo rapporto con Zingaretti, che appoggia il segretario in ogni sua mossa. Sulla linea Draghi al Colle è ora anche Guerini, che si è accorto come la sinistra del Pd, che sente molto l’influenza del trio Bettini/Conte/D’Alema, abbia scaricato Draghi. Per reazione Guerini, il ministro della difesa molto amato a Washington, ha iniziato a puntare sull’attuale capo del governo, per poter essere fra i pochi vincitori del Nazareno qualora Draghi andasse al Colle.
Ora tutti in attesa delle mosse di Berlusconi. Se il Cavaliere si rendesse conto di non potercela fare, potrebbe indicare Draghi. Ed unirsi all’asse Letta Zingaretti Guerini. Con buona pace dell’altro Letta, Gianni, che sta lavorando proprio per questo scenario. Ed è questo il vero motivo per il quale ieri si è recato a palazzo Chigi. D’altra parte “a Berlusconi gli mancano quasi 100 voti, 80 nell’ipotesi più ottimistica” spiega un uomo vicinissimo al cavaliere. Quindi, meglio prepararsi ad altri scenari. Anche perché il vertice del centrodestra dei giorni scorsi è finito in barzelletta: a precisa domanda Berlusconi si è rifiutato di fare i nomi di chi dovrebbe votarlo ai suoi stessi alleati di centrodestra ed anzi, ha rilanciato chiedendo a Salvini e Meloni di procurargli loro i voti. La scusa? “Se ve li dico poi li raccontate ai giornali….”. Per la serie: c’è molta fiducia reciproca. Adesso poi Berlusconi starebbe anche meditando di rinunciare ad andare a Strasburgo per la commemorazione di Sassoli.