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La sfida del futuro è fermare il declino

Immagine di copertina
Credit: van Alvarado / REUTERS

Le risorse scarseggiano e non bastano più. La tecnologia promette miracoli ma in pochi godono dei benefici. Cosa ci aspetta nell’anno che verrà

I dati sono sempre noiosi, ma offrono un buon supporto alle riflessioni. Per analizzare la situazione in cui ci troviamo, per capire se ci sono ragioni sufficienti per essere ottimisti o se bisogna rassegnarsi allabisso del pessimismo, io ci metto i dati e il lettore, per suo conto, ne ricaverà motivi per essere euforico o depresso. 

Tutti i commenti giornalistici e televisivi sul 2021 che muore e tutte le previsioni sul 2022 che nasce gronderanno di riferimenti alla pandemia, al Green pass e ai no vax. Perciò io me ne astengo e dirotto il lettore su altre questioni. Il sistema socio-economico è, per sua natura, un prisma sfaccettato. Per mancanza di tempo e di spazio, prenderò in esame solo sei di queste facce: demografia, genere, ecologia, tecnologia, economia e tempo libero.

La popolazione mondiale è ormai di 7,7 miliardi. Allinizio del secolo, nel 2000, era di 6,1 miliardi. Per raggiungere il primo miliardo abbiamo impiegato alcuni milioni di anni, per aggiungere lultimo miliardo ci è bastato meno di un decennio. Quando si dice 7,7 miliardi si pensa subito ad altrettante bocche da sfamare ma, fortunatamente, sopra ogni bocca c’è un cervello. Dunque mai il nostro pianeta era stato abitato da tanti cervelli che di giorno pensano e di notte sognano. Inoltre, mai tanti cervelli erano stati così scolarizzati e così interconnessi.

In Italia, come si sa, la popolazione residente è invece in decrescita e si prevede che nel 2050 passerà dagli attuali 59 a 54 milioni di abitanti. La speranza di vita media è di 83 anni e, per nostra fortuna, tende a crescere nonostante la pandemia. 

Ogni ventenne ha davanti a sé 63 anni di vita pari a 551.880 ore. Se anche lorario di lavoro restasse quello attuale, il nostro ventenne lavorerebbe 69mila ore in tutto e gli resterebbero 483mila ore di non-lavoro. Tolte le ore da dedicare al sonno e alla cura del corpo, avrebbe 253mila ore di totale tempo libero. 

Come occupare tutto questo tempo? Come evitare la noia e la depressione? Come crescere intellettualmente? Aumenterà la violenza o la pace sociale? La differenza sarà determinata dal nostro livello di cultura e di curiosità intellettuale. Occorrerà dunque formarci al tempo libero, fin da oggi, più di quanto usiamo formarci al tempo di lavoro.

In un saggio illuminante del 1930 intitolato “Prospettive economiche per i nostri nipoti”, il grande economista John Maynard Keynes saggiamente prevedeva: «Per la prima volta dalla sua creazione, lessere umano si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare il tempo libero che la scienza e linteresse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza»…
Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui

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