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Se il momento è storico, lo stiamo affrontando nel modo giusto?

Immagine di copertina
Credit: PxHere

Il nostro pianeta sta vivendo un momento particolarmente importante. O quantomeno a noi, comuni mortali che stiamo attraversando questa epoca, sembra così, in attesa che gli storici del futuro decidano se relegarla a un piccolo riquadro o dedicarvi interi capitoli. Quello che succede dal 2020, tra la pandemia e la guerra in Ucraina, è prima di tutto qualcosa che non avremmo immaginato e che ci lascia spiazzati, in un tempo in cui speravamo che la scienza avesse consegnato al passato una volta per tutte la diffusione globale di un morbo così pericoloso e che la pace, almeno in Europa, fosse un obiettivo pienamente consolidato.

I fatti hanno tuttavia smentito questa nostra impostazione mentale. Non siamo in grado di sapere se siamo noi a essere stati troppo ottimisti o gli eventi tanto dirompenti da scuotere le nostre certezze, fatto sta che risulterebbe surreale non restare sorpresi nel ripercorrere quanto accaduto.

Stiamo davvero vivendo un momento storico? Lo sapranno i posteri, a noi è dato viverlo e raccontarlo, a loro studiarlo e fare le loro valutazioni, in virtù anche delle conseguenze che le azioni di ieri hanno avuto sui fatti di oggi e di come questi influenzeranno a loro volta quelli di domani. Potrà sembrarci assurdo che con la scienza di oggi un piccolissimo virus ha causato la morte di milioni di persone in tutto il mondo, ma forse sembrava impossibile anche a un cittadino del medioevo che la peste nera potesse diffondersi a tal punto. Così come può sembrarci un’eternità il secolo trascorso dall’influenza spagnola, ma cento anni sono pochissimo rispetto al corso continuo della storia.

Oggi dobbiamo essere consapevoli che questi eventi, quale che siano le loro ragioni, avranno le loro conseguenze. Chi ha il potere di decidere, così come chi ha il privilegio di raccontare quest’epoca, deve essere bravo a farlo con la consapevolezza che tutto ciò va inquadrato in una visione storica. In una crisi generale in cui economia, salute, pace e clima vivono i loro problemi ci sono risposte da dare immediatamente, ma questo non deve lasciarci in balìa dell’emotività. Serve la freddezza per affrontare insieme tutto quello che è e che sarà.

In un momento tranquillo, senza incertezze politiche, economiche e sanitarie e mentre regna la concordia nel mondo, nessuno si porrebbe troppi problemi sul domani. Anni trascorsi attraversando confinamenti e isolamenti, in cui nei dibattiti pubblici si parla senza troppi complimenti di argomenti come la bomba atomica, hanno influito in modo drastico sulla nostra mente e sulla nostra percezione. Qualcuno è più preoccupato, qualcuno sdrammatizza, ma tutti abbiamo l’impressione che il mondo stia cambiando.

Mentre le nostre certezze si sgretolano tra guerre e pandemie, la nostra società fatta di risposte a portata di click non può ancora dirci se il tempo che stiamo vivendo sia davvero così cruciale o la nostra mente sta amplificando episodi che non sono così diversi da altri accaduti in passato e che non degniamo di particolare attenzione. Ai posteri l’ardua sentenza.

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