La satira fa male (a Calenda e Renzi). Ma fa peggio il Rosatellum (agli elettori). Ecco perché (di L. Telese)
Carlo Calenda si è risentito per la copertina del nuovo numero di TPI e ci ha solleticante scritto su Twitter: “Buffoni”. Capiamo bene che la satira faccia male alla politica, tuttavia il primo bersaglio della nostra copertina è il Rosatellum e i suoi “orrori”
Ha fatto (e sta facendo) discutere, e non poteva essere altrimenti la nostra copertina sul Rosatellum e sui suoi “orrori”. Lo sberleffo al padre politico di quella legge. Il punto politico è che da cinque anni, in Italia, si vota con una legge che – sostanzialmente – sottrae quasi ogni potere di scelta agli elettori. In questo numero vi spieghiamo esattamente come e perché, entrando nel labirinto degli errori e spiegando tecnicamente come funziona: liste bloccate, quozienti ballerini, potere assoluto di decisione ai leader (e ai loro cerchi magici), persino un terrificante effetto-flipper.
Questa mattina Carlo Calenda si è risentito per il nostro TPI e ci ha solleticante scritto su Twitter: “Buffoni”.
La cosa divertente è che ieri sera quando ho provato a dire che anche i giornalisti hanno le loro responsabilità sullo stato del paese e che hanno trasformato il giornalismo in intrattenimento, Telese piccato ha difeso il suo giornalismo serio e professionale. Buffoni https://t.co/nqc3cDq8yo
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) August 19, 2022
Capiamo bene che la satira faccia male alla politica, e ci stupiamo, ancora una volta, che sia così anche per quella più innocente. Tuttavia il primo bersaglio di questa copertina non é tanto l’ironia sui leader che cambiano idea dalla mattina alla sera (“La politica di Renzi mi fa orrore!” gridava Calenda proprio a La7, solo un anno fa, e ieri ha ammesso e spiegato la sua incoerenza su questo tema): il tema é questo grave vulnus al cardine più importante della nostra architettura istituzionale, al fondamento della Repubblica.
Ovvero il Parlamento e il modo in cui viene eletto, alla sua sovranità democratica, alla libertà di mandato di chi ci si siede per fare le leggi. Non è un caso, infatti, che lo spot più duro contro il Rosatellum arrivi oggi dal Pd, ovvero dal partito che – con un voto unanime dei suoi rappresentanti – fece passare quella legge in accordo con la Lega di Salvini. Il diavolo, va detto, fa le pentole ma non i coperchi: il Rosatellum era pensato per provare a garantire una maggioranza a Renzi, e invece (per via di un madornale errore di calcolo) gli regalò il minimo storico della sinistra dal dopoguerra a oggi. E consentì, nelle ultime elezioni politiche, la vittoria di coloro che quella legge voleva togliere dal gioco, il Movimento 5 Stelle e le altre opposizioni.
Adesso, il pasticcio voluto da Ettore Rosato (che con la sua legge fu trombato, e ripescato grazie ad un paracadute proporzionale), rischia di consentire un cappotto senza precedenti della Meloni e del centrodestra. É questa la verità scomoda che da mesi vi stiamo raccontando, numero dopo numero, con analisi e dati. Quindi è vero che la nostra è satira. Ma possiamo assicurare che si tratta di una satira amarissima. Quando leggerete tutto il numero capirete ancora meglio perché. Tuttavia, raccontare verità scomode, con il sorriso dello sberleffo e con l’amarezza della verità, è l’unico vero dovere di chi fa il nostro mestiere.