Sanremo 2022, top e flop della quarta serata del Festival
Sanremo 2022, top e flop della quarta serata
SANREMO 2022 TOP E FLOP – Chi è stato il migliore ieri sera? E il peggiore? Dopo la quarta serata del Festival di Sanremo 2022, il nostro Renzo Di Falco dice la sua con le sue particolari pagelle: i Top e Flop del Festival. Ecco chi è andato bene e chi no:
MARIA CHIARA GIANNETTA
Fresca, conquista il pubblico in tre minuti, cosa che a Ornella Muti e Lorena Cesarini non è riuscita in tre ore. Brava anche nel monologo, sentito e sincero. Finalmente.
GIANNI MORANDI E JOVANOTTI
Non è una esibizione: è energia, show puro. Insieme sul palco sono pazzeschi, e incrociare i loro repertori si è rivelata un’idea vincente.
AMADEUS
Per chi non ci credeva, dimostra di riuscire a reggere il Festival con padronanza e un buon ritmo anche senza Fiorello. Merita un Sanremo Quater.
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA
Spaziale. La cover più elaborata e sperimentale, una perfomance
costruita benissimo che conferma come i ragazzi sarebbero perfetti all’Eurovision.
NOEMI
Bella prova, interpretazione potente della canzone manifestao di Aretha Franklin che solo una con la voce di Noemi poteva affrontare con sicurezza e gran classe.
MAHMOOD E BLANCO
Rifanno una canzone che ha avuto decine di cover, alcune anche famose, con una delicatezza e una intensità particolari. Ottimo arrangiamento e bell’impasto di voci. Una conferma.
LA CANOTTIERA DI GIOVANNI TRUPPI
Puoi essere bravissimo e/o freak quanto ti pare ma un minimo di
stile sul palco dell’Ariston ci vuole. Giovanni magari inTruppi uno stylist per la finale.
MICHELE BRAVI
Fare Battisti è sempre rischioso. La versione di Michele Bravi è troppo teatrale, appesantisce e lui non sembra a fuoco. Incerto
anche nella vocalità. Peccato.
RETTORE E DITONELLAPIAGA
Tanto forti nel loro inedito, quanto inefficaci in questa cover di “Nessuno mi puo’ giudicare” che è davvero troppo aderente all’originale della Caselli. Non hanno lasciato il segno.
ANAMENA E ROCCO HUNT
Un medley di successi italiani che non ha né capo né coda e sembra piuttosto la festa di un matrimonio di paese. Anche no.
TANANAI
Deve avere pensato: “Mi vesto da Damiano dei Maneskin, ammicchiamo come Achille Lauro e Boss Doms e rifacciamo una canzone della Carrà che ha sempre il suo perché”. Il perché però secondo noi non c’è.