Sanremo 2020, cachet di serie A e B anche tra le 10 donne protagoniste: il confronto tra i compensi
La disparità salariale non è solo tra uomini e donne, ma anche tra le donne stesse. E questo Sanremo lo dimostra
Il “Festival del sessismo” abbiamo titolato in apertura sul nostro giornale online poco meno di un mese fa, all’indomani della ormai celebre conferenza stampa nella quale il conduttore e direttore artistico Amadeus, rivolgendosi a una delle presentatrici, Francesca Sofia Novello, utilizzò quel “passo indietro” che diede vita a polemiche infinite.
Ma c’è sessismo di facciata e sessismo sostanziale. Come quello dei cachet, vera motivazione dietro piccoli e grandi litigi, tema destinato a tenere banco durante l’intero festival e persino nei giorni immediatamente successivi. Ci sono cachet di serie A e cachet di serie B. Inutile dire che i primi, i più corposi, sono destinati agli uomini mentre i secondi, quelli inferiori in ordine di compenso, alle donne.
Fin qui nulla di strano, verrebbe da dire. Del resto nell’Italia di oggi (anno domini 2020) le donne percepiscono fino al 25 per cento in meno rispetto ai colleghi uomini a parità di mansioni svolte.
Ma per il genere femminile, almeno in questa edizione di Sanremo 2020, c’è una sotto-divisione salariale ulteriore, già non bastasse il gap uomo-donna.
Le protagoniste donne di questa 70esima edizione del Festival della musica italiana sono complessivamente 10 tra donne dello spettacolo e giornaliste. Dal volto celebre di Dazn Diletta Leotta alla giornalista Rula Jebreal, passando per le conduttrici del Tg 1 Emma D’Aquino e Laura Chimenti. A Mara Venier, Sabrina Salerno, Alketa Vejsiu, la già citata Francesca Sofia Novello e Georgina Rodriguez.
Nel dettaglio ci sono 7 conduttrici tv e soubrette e 3 giornaliste che si alternano sul palco dell’Ariston durante le cinque serate del Festival. Niente cast fisso, è la novità rispetto alle edizioni precedenti.
Ora: delle tre giornaliste, due (Emma D’Aquino e Laura Chimenti) sono a rimborso spese. Rimborso spese non definito. La terza giornalista, e la più chiacchierata, è Rula Jebreal: si è vociferato molto, nei giorni pre-festival, sul suo cachet. Inizialmente era trapelato che avesse staccato da Mamma Rai un assegno pari a 25mila euro, ma noi di TPI siamo in grado di confermare che il suo compenso sarà di 8mila euro, di cui la metà sarà devoluto a Nadia Murad, l’attivista irachena yazida rapita e stuprata dall’Isis.
Capitolo ‘donne della stampa’ a parte, non si può certo dire che le altre 7 “non-giornaliste” donne riceveranno cifre simili: il cachet di Diletta Leotta, ad esempio, si aggira intorno ai 20-25mila euro. Dalle indiscrezioni (non confermate) sappiamo anche che l’inviata a bordo campo di Dazn, non è l’unica a percepire quella cifra; Francesca Sofia Novello, la cantante Sabrina Salerno e la conduttrice radiofonica Alketa Vejsiu dovrebbero ricevere la medesima cifra.
Per la conduttrice Antonella Clerici si era parlato di un compenso da 50mila euro, anche se lei si è affrettata a smentire l’indiscrezione su Instagram dichiarando che avrebbe partecipato gratis al Festival. “Pensa che non prenderò 1 euro”, ha scritto la Clerici sul social.
La cifra più sbalorditiva è quella richiesta dalla “first lady del calcio”, Georgina Rodriguez. Miss CR7. La signora Ronaldo per salire sul palco di Sanremo ha chiesto 140mila euro.
Quello che salta all’occhio in tutto questo è la netta differenza tra i cachet destinati alle donne dello spettacolo e quelli per le giornaliste. Persino curioso e bizzarro, in questo senso, il fatto che la giornalista Rula Jebreal abbia dovuto prendere due settimane di ferie non pagate negli Stati Uniti all’Università di Miami, dove insegna diritti umani, per venire al Festival. Motivo per cui, ha sottolineato Rula, “ho dovuto essere pagata per la mia partecipazione a Sanremo 2020 come viene pagato chiunque lavora”.
Ci si domanda quindi: perché le giornaliste gratis o a due soldi e la fidanzata di Ronaldo o Diletta Leotta, per esempio, ricevono invece un compenso (e anche piuttosto alto)?
Si parla spesso, e talvolta anche a sproposito, di merito professionale e di gap salariale tra uomini e donne, ma come si è visto anche in questa edizione di Sanremo esiste una distinzione netta anche all’interno del genere femminile. Di serie A e di serie B, appunto. Fatto, questo, che non giova certo alla giusta causa per una uguaglianza retributiva, ma anzi rischia di indebolirla. Un passo indietro. L’ennesimo.