Il piano di Salvini per prendersi Roma e distruggere l’alleanza Pd-M5S
Il leader della Lega frequenta sempre più spesso la Capitale, amministrata da quello che da settimane chiama il "duo sciagura Raggi-Zingaretti". Così punta a destabilizzare l'accordo di governo Pd-M5S. Il commento di Lara Tomasetta
Il piano di Salvini per prendersi Roma e distruggere l’alleanza Pd-M5S
La parabola di Matteo Salvini non è finita, e chi pensa di relegarlo a una timida opposizione si sbaglia di grosso. Il leader della Lega ha dalla sua parte la forza di sondaggi travolgenti nonostante la lontananza dal potere (gli ultimi vedono la Lega al 30,7, sempre primo partito) e della indubbia sottomissione dei suoi alleati a tali invidiabili numeri.
Ora Matteo Salvini ha dato inizio alla controffensiva verso Luigi Di Maio e per farlo ha deciso di puntare su Roma, cercando di destabilizzare l’accordo Pd-M5S su quello che si può definire l’attuale anello debole: le gestione di Roma firmata Virginia Raggi. “Stiamo lavorando quartiere per quartiere, scuola per scuola, palazzo per palazzo, rifiuti, mobilità, sostenibilità, socialità, sport”, ha spiegato il leader della Lega. “E lo dico, ricordo a me stesso e ai romani, avendo invitato a votare la Raggi tre anni fa: me ne scuso, non sapevo cosa sarebbe stata per Roma e quindi prima si dimette e meglio è”.
Lo aveva già chiarito a TPI Matteo Salvini che esiste un progetto per il Paese e in particolare un progetto per Roma, dove la lotta sarà serrata. Attaccare la sindaca M5s di Roma significa minare alle fondamenta il potere di Di Maio e mettere “sotto stress” la tenuta elettorale dell’alleanza tra 5 Stelle e il Pd.
La strategia di Salvini si basa su una riproposizione del vecchio modello di politica di ascolto tra la gente che gli ha dato tanta notorietà negli anni milanesi. Blitz a cadenza settimanale, con un attacco puntuale e programmato verso l’amministrazione di Virginia Raggi. Nell’ambito del più ampio progetto di rilancio del partito a partire dal rapporto con i territori, il capo di via Bellerio si sofferma sui problemi della capitale, amministrata da quello che da settimane chiama il “duo sciagura Raggi-Zingaretti”, non risparmiando pesanti attacchi al segretario del Pd e governatore del Lazio.
C’è stato il sopralluogo allo stadio Flaminio a testimoniare il degrado e lo stato di abbandono della struttura sportiva. Poi è stata la volta dei rifiuti: “Che fa il sindaco Raggi mentre a Roma si consuma l’ennesima truffa sui rifiuti ai danni di imprese e cittadini?”, chiede. “Le uniche risposte che ha dato all’Ama sono sulle poltrone: un balletto di nomine tra cambi di amministratori unici e componenti del Cda. Vergogna”.
Adesso è giunto il momento della mega manifestazione romana prevista sabato 19 ottobre nella “rossa” piazza San Giovanni. Il sogno è molto ambizioso: si punta alle 100mila presenze. Il Capitano farà le cose in grande: otto i treni speciali già prenotati e circa 400 i pullman da tutta Italia per la manifestazione ‘Orgoglio italiano’ contro il governo Conte II.
Ma dalla Lega assicurano: non sarà una manifestazione di partito. Niente bandiere, né per loro né per gli altri. L’unico vessillo ammesso sarà il tricolore. Il copione e la piazza sono gli stessi del lontano 2006, quando Silvio Berlusconi, per ricompattare il suo popolo dopo la sconfitta elettorale e l’insediamento del secondo Governo Prodi, raccolse a Roma oltre 700mila persone.
Dopo aver ottenuto anche la presenza del centrodestra – con una delegazione guidata da Antonio Tajani, che avrà la parola alla pari dei molti altri soggetti invitati – Salvini conta di piazzare in bella mostra “decine di banchetti per la raccolta di firme con le quali i romani presenti chiederanno le dimissioni del sindaco”, sottolinea Repubblica.
Lo slogan è chiaro: “Raggi chiedi scusa ai romani e vai a casa”. E mentre il centrodestra, tra manifestazioni e raccolta firme, si organizza per sferrare l’attacco alla Sindaca di Roma, Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio la “salva”. Per Zingaretti, infatti, la Raggi non dovrebbe dimettersi. “Dovrebbe affrontare con più decisione e collegialità temi per troppo tempo irrisolti. Ho passato più tempo ad occuparmi dei rifiuti di Roma di chiunque altro prima nella storia, dando una mano non tanto alla Raggi quanto soprattutto ai cittadini romani”.