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No Salvini, ieri non è stato approvato il MES

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“La verità ti fa male, lo so”, intonava il coretto nella celebre “Nessuno mi può giudicare” scritta da Daniele Pace e Mario Panzeri, pregevolmente interpretata da Caterina Caselli nel 1966. E ieri la verità deve aver fatto decisamente male a Matteo Salvini. Il leader della Lega e delle opposizioni, in caduta libera nei sondaggi, nelle ultime settimane aveva speso tutte le sue energie per una vera e propria campagna anti-MES con decine di tweet e post su Facebook: una campagna condita spesso da parole forti e accuse rivolte al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, colpevole – secondo Salvini – di inchinarsi al volere della famigerata Troika e di tradire gli italiani.

La verità, quella che fa male al leader del Carroccio, è che ieri, al Consiglio Europeo, l’Italia ha portato a casa una vittoria per molti inaspettata: la creazione di un Fondo per la ripresa post Coronavirus, il Recovery Fund, ovvero migliaia di miliardi (in parte prestiti e in parte aiuti a fondo perduto) messi in campo per superare l’emergenza. E per quanto non sia oro tutto ciò che luccichi (sono incerti i tempi e non c’è accordo sugli strumenti da utilizzare per erogare il fondo) è una buona notizia per il Paese. Nell’accordo si conferma ciò che era già stato approvato dall’Eurogruppo, ovvero la possibilità degli Stati di accedere al pacchetto di reti di protezione composto da Sure, piano Bei, e dal famigerato MES. Una possibilità, appunto, non certo un obbligo. Di fronte a questa ennesima Caporetto della propaganda leghista, che non riesce in nessun modo a sfruttare il Coronavirus per recuperare consensi e distogliere l’attenzione dal disastro di Fontata &co. in Lombardia, lo staff della comunicazione deve aver concluso il suo briefing con una “decisione tragica” di fantozziana memoria presa all’unanimità: “buttiamo tutto in caciara”.

Così, a Consiglio Europeo terminato, sulla pagina Facebook di Salvini è apparso il post che ti aspetti, quello con la fake news d’effetto: “Approvato il MES, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles”. Come ormai appurato da settimane, il MES fu concepito dalle istituzioni europee tra il 2010 e il 2011: al governo del Paese c’era Silvio Berlusconi e il suo Ministro del Tesoro era Giulio Tremonti. Fu poi ratificato, successivamente, dal Governo Monti. Il MES di cui si parla oggi, quello che gli Stati potrebbero utilizzare “senza condizionalità” per coprire spese sanitarie, altro non sarebbe che un credito a un tasso più basso e più vantaggioso di quelli disponibili sul mercato: nessuna invasione della Troika, insomma. Resta il fatto che si chiama ancora MES e ormai l’acronimo è associato a qualcosa di brutto. E no, non è stato assolutamente “approvato”, perché per approvarlo servono due voti del Parlamento italiano e ad oggi non sembra esserci una maggioranza disposta a chiedere quei 36 miliardi.

Quando la verità fa male, insomma, i cosiddetti “sovranisti” la manipolano un po’ a loro piacimento, raccontandone una loro personale versione rivista e corretta. Un gioco rischioso, specie quando si arriva a negare l’evidenza in maniera così spudorata. Lo sanno bene alcuni leader del passato, ormai marchiati a vita come “bugiardi cronici”: uomini di potere moralmente condannati a dover far loro le parole di una strofa di quel brano cantato da Caterina Caselli, quella che fa “l’ho pagata cara la verità”.

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