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Salvini cambia nome alla Lega: il trucco per sfuggire a quel macigno di 49 milioni

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L'ex ministro dell'Interno vara il nuovo nome del partito, Lega per Salvini premier: l'ennesima scappatoia dell'uomo forte per superare i problemi. Il commento di Giulio Cavalli

Salvini cambia nome alla Lega: il trucco da prestigiatore per scappare dal fisco

È il contrappasso perfetto. Il partito che era nato per sfidare la pressione fiscale di uno Stato romanocentrico, quello che per anni ha insistito nel dirci che bisognava riprendersi il nord sottraendosi a Roma ladrona, quello stesso partito che per bocca di Bossi non ha mai perso occasione di proporsi come moralizzatore rispetto alle furberie della politica, ora scappa dal fisco e, come un furbo qualsiasi, decide di rifarsi il trucco con un nome nuovo, con nuovi riferimenti fiscali e lasciando per terra le macerie di quello che è stato.

La decisione di Salvini di cambiare nome alla Lega (da quel “Lega Nord” che oggi suona così patetico di fronte alle ultime pantomime elettorali al nuovo “Lega per Salvini premier” che spiega benissimo l’obbligo interno del culto della personalità) è una mossa da Alitalia qualsiasi, uno di quegli accrocchi che la politica (quella che Salvini racconta di combattere) usa per dividere la bad company da fare pagare ai contribuenti dalla good company da rivendere con i conti a posto al migliore offerente.

Vi diranno, vedrete, che si tratta solo di una normale operazione fiscale, ci racconteranno che è una questione organizzativa e non di partito, eppure è una decisione fortemente politica scegliere un nuovo nome ed è una decisione fortemente politica quella di decidere di lasciare accese le ceneri della vecchia Lega Nord. Nei cassetti della Lega Nord (il partito che fu di Bossi e di Maroni) rimarranno quei 49 milioni di euro da restituire in comode rate come non è mai stato concesso a nessun semplice cittadino e così la nuova Lega di Salvini potrà rivendersi vergine con una semplice operazione di maquillage.

La Lega Nord di Umberto Bossi cambia nome e diventa Lega per Salvini premier

Un trucco, in senso estetico e etico, semplicemente un trucco da prestigiatore nemmeno troppo fantasioso. È l’ennesima scappatoia che l’uomo forte (meglio: quello che vorrebbe rivendersi come uomo forte) utilizza per superare i problemi scavalcandoli e per certificarsi come unico leader possibile di un partito che sembra avere dimenticato l’idea di comunità delle sue origini per diventare l’ennesimo fan club travestito da partito.

Provate a immaginare oggi, al Nord, un partito che nasca per recriminare gli interessi del Nord senza inutili tour elettorali al Sud; immaginate un partito che si dica stanco di vedere contributi pubblici buttati via, un partito che chieda azioni concrete rispetto a inutili tifi del leader: la nuova Lega sarebbe il nemico perfetto. Nemica di se stessa, appunto.

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