Rovazzi ha perso il tocco magico
Il problema dei nuovi genietti che ogni tanto si incuneano fra musica e web, fra clip su Youtube e pezzi all’ombra di Spotify, è che per non deludere devono tenere alta l’asticella. Oppure, se hanno smesso di provare a stupire, bisogna cercare almeno di esserci per non farsi dimenticare. Che qui, si sa, signora mia, ritornare nell’oblio è un attimo.
Fermo da due anni dopo un’infilata di singoli non indifferente (da “Andiamo a comandare” e “Tutto molto interessante” del 2016, passando per “Volare” nel 2017, con la featuring di Gianni Morandi, e transitando da “Faccio quello che voglio” e “Senza pensieri”, reclutando nel 2019 J-Ax e Loredana Bertè), il 27enne Fabio Rovazzi si è presentato da ieri alla prova costume delle classifiche con “La mia felicità”.
Brano ammiccantino fornito in bundle con videoclip simpatichino pronti per l’estate, secondo la formula a lui cara e collaudata. Non gli va né largo né stretto. Il problema è che, se ti vesti così per la milionesima volta, nessuno ti nota più. Fai tappezzeria.
La canzonetta è tanto fragile quanto orecchiabile (e dunque ballabile, volendo) e il video non ha più la basica genialità di alcune trovate rovazziane degli esordi, cucinate a volte con una certa grandeur, che anche qui ogni tanto fa capolino.
Siamo dalle parti di un tira a campare fiacco pieno di autocitazioni, che, se non sono (più) particolarmente divertenti, paiono soltanto una tonica strizzata all’ego dell’autore e interprete milanese. Che rifà se stesso stancamente.
Stavolta Rovazzi è alle prese con le featuring molto pop di Gerry Scotti, del doppiatore Luca Ward (la voce che seduce) ed Eros Ramazzotti nei panni del Mastro Grigliaro da barbecue a bordo piscina. L’uomo di “Terra promessa”, se voleva farsi notare con un’operazione simpatia del genere, è arrivato – come suol dirsi – un po’ lungo.
Altro cameo è quello del Lillo di Lillo e Greg, che se ne esce a sorpresa con due parole che non immaginereste mai. Ma non sono qui certo a togliervi la sorpresa, se non l’avete ancora visto. Ecco che allora “La mia felicità” rischia di fare pendant con la nostra indifferenza.
Visti i tempi difficili si comprende benissimo come Mr. Rovazzi, non più in palla come quando il sodalizio personale e professionale con Fedez andava forte, senta la necessità di buttare fuori qualcosa a ogni costo. Sentendo sul collo il fiato di quel rischio di uscire dal radar di cui sopra.
Ecco che allora imbastisce una tramina che riecheggia “Star Wars” e infarcisce il niente di piccole citazioni. Informandoci alla fine, a caratteri dal corpo ben rilevante, che il tutto è stato “scritto e diretto da Fabio Rovazzi”. Massì, dai, anche meno.
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