Il Rinascimento arabo è entrato nel parlamento italiano (di Selvaggia Lucarelli)
Durante l’estate, per uscire dall’angolo, Matteo Renzi ha cavalcato la terza ondata di malcontento che si è abbattuta sul reddito di cittadinanza. Usciti dalla pandemia, ha montato la solita narrazione che vede i giovani ambiziosi di trascorrere le loro giornate non a bordo piscina ma a bordo divano, soddisfatti di portare a casa 300 euro al mese. Una pacchia proprio. Letteralmente si inventa un referendum per l’abolizione del reddito, che – sostiene ai primi di luglio – si terrà nel 2022. Se ne parla ovunque per settimane: ci cascano tutti e così lui torna al centro della scena, ma la realtà è che non ci sono i tempi tecnici per proporlo nel breve periodo. Lui lo sa, ma punta a intestarsi le modifiche che ci saranno comunque, visto che nel frattempo è chiaro a tutti, perfino ai 5 Stelle, che così come è, il sussidio sia manchevole sotto molti punti di vista. E infatti arriviamo a ottobre e si scopre che Italia Viva ha raccolto 5mila delle 500mila firme necessarie. Il bluff è servito, ma ci sono le amministrative e nessuno ci fa troppo caso. Alle elezioni il partito…
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