Quella intervista esclusiva di Renzi a Renzi sul conflitto d’interenzi in Arabia Saudita
Matteo Renzi lo aveva promesso. Come sappiamo è uomo di parola, lo è stato anche stavolta. Matteo Renzi aveva assicurato che appena formato il governo avrebbe risposto a tutte le domande sul suo conflitto di interenzi con l’Arabia Saudita. E il motivo c’era: come può un rappresentante stipendiato dal popolo italiano prendere soldi da un paese autoritario e straniero, una teocrazia misogina dove non si rispettano i diritti umani, e dove si fanno a pezzi gli oppositori come Khashoggi.
Ero curioso di capire come può un senatore della Repubblica farsi pagare da un paese embargato nella fornitura delle armi e sedere nella Commissione difesa di Palazzo Madama. Avevo la curiosità di scoprire se Renzi si vergognasse di aver creato la locuzione “Nuovo Rinascimento Saudita”. Infine mi domandavo davvero cosa avrebbe detto Renzi, dopo che in queste ore la Cia ha chiuso la sua istruttoria sull’omicidio di Khashoggi spiegando che quel delitto era stato ordinato dallo stesso uomo che il nostro senatore incontrava lo scorso gennaio e che chiamava, forse con un eccessivo distacco: “Our Royal Higness”.
Eravamo in attesa trepidante, ed infatti Matteo Renzi non ci ha delusi. E ha parlato. Devo dire che – ingenuamente – mi sarebbe piaciuta farla io questa intervista. Ma ammetto che lui ha scelto uno molto più bravo di me. E forse perché era una intervista esclusiva e molto attesa, Renzi ha scelto di farla con un non-giornalista.
Mi chiedevo a quale testata avrebbe concesso questo colpaccio. E Renzi indubbiamente è stato abilissimo: non ha scelto né un quotidiano n’è un sito, ha ceduto alla newsletter di un politico di Italia Viva. Fantastico.
Bene, non bisogna avere pregiudizi, c’è chi può fare meglio di noi, quando accade bisogna riconoscerlo. L’intervistatore scelto dalla newsletter per parlare con Renzi – d’altra parte – era così abile, così sagace, anche dal punto di vista dialettico, che si è fatto perdonare di essere troppo pignolo, e purtroppo pregiudizialmente ostile.
Pensate che questo intervistatore è stato così duro che per parlare del caso Arabia Saudita, e sviscerare il tema, gli sono bastate cinque folgoranti domande all’ex sindaco di Firenze. D’altra parte Renzi ha scelto uno tosto, uno che gli ha dato molto filo da torcere, e – gliene va dato atto – il senatore ha avuto molto coraggio a buttarsi così, senza rete con un simile interlocutore.
Renzi ha scelto uno che lo affrontato senza nessuna soggezione. Uno fico. Uno senza peli sulla lingua. Un duro. Ecco, l’unico problema di Renzi è che nell’ansia di chiarire tutto, forse ha scelto uno un po’ troppo aggressivo. Uno troppo acido. Renzi ha scelto uno così bravo che nel confronto lo ha fatto quasi sparire. Renzi come intervistatore, sul suo sito, ha scelto il migliore in assoluto. Se stesso.
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