Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Renzi candida Bonetti al collegio di Roma 1: l’ultima impresa della ministra paracadutata

Immagine di copertina

Eccola, la ministra paracadutata, nel collegio più rovente d’Italia. Fra i tanti miracolati (e le miracolate) della politica italiana, Elena Bonetti da oggi va considerata una donna da Guiness dei primati. La neo candidata (da Matteo Renzi) alle elezioni suppletive del collegio di Roma 1, infatti, può collezionare un paio di record invidiabili.

Il primo risale al 2018, il secondo lo ha fissato ieri, con l’ultima discesa in campo dopo il no grazie di Giuseppe Conte, e le tante polemiche tra centristi e giallorossi.

È della Bonetti, senza dubbio (ecco la prima impresa), la manovra più spericolata della seconda Repubblica. La ministra renziana, 47 anni, professore associato di matematica all’Università degli studi di Milano, può ben dirsi una miracolata del primo governo giallorosso. Nominata dal Pd in quota Renzi, in fretta e furia, l’allora anonima professoressa universitaria, riuscì a dimettersi dai Dem (insieme ai suoi colleghi di Italia Viva) proprio il giorno stesso in cui era diventata ministra delle Pari Opportunità (ovviamente in quota Pd).

Lo fece (anche all’epoca) per seguire il suo guru, Matteo Renzi, che da quel giorno, di certo in segno di riconoscenza per la mossa spregiudicata (stile “Prendi la poltrona e scappa”) la porta in palmo di mano in ogni occasione pubblica.

Mantovana, figlia di una militante del Pd, ex scout dell’Agesci, folgorata dall’ex premier ai tempi delle primarie, iscritta dal 2017, la Bonetti era stata anche candidata “in quota Leopolda”, alle politiche, ma era stata trombata: ovvero non eletta nella lista bloccata, terza nel collegio Lombardia 4, alle elezioni 2018. Poi, dopo essere diventata ministro delle Pari Opportunità nel modo che abbiamo ricordato, nel governo Conte (e nel modo avventuroso che conosciamo), la Bonetti è ritornata nel governo Draghi (unica superstite di Italia Viva nella compagine di maggioranza).

Adesso ecco l’ultima impresa. L’annuncio di Renzi, che la vuole in pista contro la colazione tra il Pd e il M5s, per il seggio lasciato libero da Roberto Gualtieri. La Bonetti non ha mai fatto politica a Roma, e non ha nessun legame con la città. Ma è stata di nuovo paracadutata, per giunta, in un territorio che non ha mai frequentato.

Inutile dire che le sue chances di vincere (essendo costretta a sfidare un candidato di centrodestra e uno di centrosinistra) sono vicinissime allo zero. L’unica impresa alla portata della ministra paracadutata, dunque, potrebbe essere una di queste due ipotesi: o arriva terza (e fa vincere la sinistra). Oppure arriva terza (e fa vincere la destra). Difficile dire quale sia il risultato peggiore. Comunque vada, se la partita che si gioca sarà questa, l’esito finale è che il collegio Roma 1 sancirà la fine del progetto di “alleanza larga” immaginato da Enrico Letta.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Metamorfosi di atteggiamenti e posture politiche: la “nostra” destra non si smentisce mai
Opinioni / Come il “campo largo” ha strappato l’Umbria al centrodestra
Opinioni / L’alternativa all’oligarchia illiberale non è la paura ma la speranza
Opinioni / Astensionismo record anche in Umbria ed Emilia-Romagna: così la democrazia diventa oligarchia
Esteri / Il trumpismo è un filo rosso che unisce “bifolchi” e miliardari
Esteri / Nemmeno a Trump conviene opporsi alla green economy
Opinioni / L'Europa ai tempi di Trump
Opinioni / Ma nella patria del bipartitismo non c’è spazio per i terzi incomodi (di S. Mentana)
Esteri / In Europa può rinascere dal basso un nuovo umanesimo contro la barbarie delle élites (di E. Basile)
Opinioni / Bruno Bottai: l'eloquenza del silenzio (di S. Gambino)